Manovra, Quota 102 e addio al Cashback: cosa cambia nel 2022

La cabina di regia definisce il piano di interventi della Manovra. Il Cashback andrà in archivio, mentre per le pensioni si andrà con una misura ponte.

Mario Draghi Manovra Cashback
Foto © GettyImages

Tutto o quasi come previsto. Sì, perché con la Manovra 2022 qualcosa andrà in archivio, mentre qualcos’altro aprirà solo la strada a riforme successive. Mario Draghi mette sul tavolo il testo della Legge di Bilancio comprensivo delle modifiche che apporterà a partire dal prossimo anno su tutti i fronti della vita pubblica, dalle pensioni al Recovery. Solo un paio le sorprese ma forse nemmeno troppo sorprendenti. Dal 2022 sparirà definitivamente il Cashback di Stato, già sospeso fino al 31 dicembre, mentre per la riforma del sistema pensionistico ci si affiderà alla misura ponte di Quota 102 fino al 2023.

Nel primo caso, non c’è troppo da stupirsi. La sospensione aveva già confermato un rapporto non certo idilliaco fra la misura pensata dal Governo Conte e il nuovo corso politico subentrato a febbraio a Palazzo Chigi. Il Cashback era stato indicato come una misura sì volta al contrasto all’evasione fiscale ma con un dispendio di risorse potenzialmente convogliabili in settori più bisognosi. Ed ecco che, con la Manovra che verrà, il miliardo e mezzo risparmiato con i rimborsi per le spese tracciabili verrà destinato alla riforma degli ammortizzatori sociali.

Manovra 2022, il verdetto della cabina di regia: tutti gli interventi

Se il Cashback al tramonto definitivo non può essere considerata una sorpresa, non lo sarà nemmeno la decisione presa sulle pensioni. La Manovra conferma le sensazioni degli ultimi mesi. L’urgenza di dare al Paese un sostituto di Quota 100 che costringe alla fine a disporre una misura temporanea. Toccherà a Quota 102 quindi, per una pensione che arriverà a 64 anni di età e con 38 di contributi versati. Il prossimo anno, però, si farà sul serio: riforma complessiva del sistema messa a punto da un tavolo ad hoc. Poco di certo per ora, ma delle alternative come Opzione Donna e Ape sociale potrebbero restare e diventare persino strutturali.

Novità per quanto riguarda il Fisco: il taglio delle tasse, con uno stanziamento di 8 miliardi, confluirà in un fondo ma, per ora, senza destinazione specifica. Lo stabilirà la discussione in Parlamento, previo confronto con le parti sociali. La Manovra, inoltre, conferma i bonus edilizi e proroga il Superbonus del 110% per tutto il prossimo anno, includendo anche le unità unifamiliari (le villette) ma con tetto Isee fino a 25 mila euro. Riviste anche le misure di monitoraggio sul Reddito di Cittadinanza. Resterà ma verrà tolto nel momento in cui il beneficiario rifiuterà per due volte un’offerta di lavoro.

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Per chi invece accetterà le offerte, l’assegno andrà progressivamente a ridursi. Piedi puntati però dei Cinque stelle, pur accontentati sull’estensione del Superbonus, che chiedevano una riduzione progressiva al primo “no” a un’offerta di lavoro. Per quanto riguarda i rincari delle utenze, la Legge di Bilancio conferma il miliardo destinato al fondo di supporto al pagamento, mentre per la Plastic Tax ci sarà da aspettare: nuovo orizzonte, il 2023.

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