Green Pass, altro esame a gennaio: cosa rischia chi è senza

L’obiettivo resta il 90% della popolazione vaccinata. La strada migliore, secondo il commissario Figliuolo, per allentare le restrizioni del Green Pass.

Green Pass gennaio
Foto: Web

Il periodo che separa il 15 ottobre dal 31 dicembre servirà a capire quanto, effettivamente, il Green Pass inciderà sulla vita dei lavoratori. Un assaggio si è avuto già, tra la protesta dei lavoratori portuali di Trieste e la coda alle farmacie per sottoporsi ai tamponi. Dopo quattro giorni, e all’inizio della prima settimana piena a braccetto con la certificazione verde, è difficile tirare delle somme. All’inizio del prossimo anno forse il quadro sarà più chiaro. Certo è che l’andazzo è già piuttosto chiaro: le difficoltà portate dal mancato possesso del Green Pass hanno portato a un incremento repentino delle certificazioni.

In una sola settimana, si è registrato un 14% in più di documenti scaricati (dati Inps). Non tutti hanno optato per il vaccino, anche perché le prenotazioni richiederebbero comunque più tempo. In molti casi i nuovi Green Pass sono arrivati con i tamponi, anche se alla lunga diventerà un costo inevitabilmente oneroso. Il pressing di alcune forze politiche e sindacali, nei giorni immediatamente precedenti all’introduzione dell’obbligatorietà, si era concentrato sulla richiesta della gratuità dei test. Una soluzione che, almeno per il momento, non sembra più di un’ipotesi.

Green Pass, cosa succede a gennaio 2022: rischi e sanzioni

Posto che qualche nuova risposta probabilmente arriverà, a gennaio 2022 non dovrebbe cambiare granché nelle disposizioni. Il problema, semmai, risiederà nella gestione dei test anti-Covid. Farmacie e laboratori vari, infatti, sono passati dai precedenti 300 mila tamponi giornalieri agli attuali 500-700 mila. Un numero che, ora come ora, nemmeno copre tutto il fabbisogno visto che, per stare al passo, ne servirebbero perlomeno 1 milione. In questo senso, a gennaio, il rischio è di ritrovarsi nella stessa situazione di adesso. Ovvero, con un’incognita Green Pass che, in caso di infrazione, potrebbe provocare la sospensione dello stipendio e dal servizio. Chi non possiede la certificazione, infatti, verrebbe considerato assente ingiustificato.

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Le Faq del Ministero della Salute hanno chiarito che l’assenza del Green Pass, e quindi l’interruzione del lavoro, comprometteranno anche “la maturazione di ferie” e la “corrispondente perdita di anzianità di servizio, a qualunque fine”. Un quadro che metterebbe a rischio persino delle particolari agevolazioni legate al lavoro, come le quote degli assegni familiari o la cassa integrazione per sospensione dell’attività aziendale. Per questo, nei prossimi mesi, si punta a rimpolpare la percentuale della popolazione vaccinata. L’obiettivo è arrivare al 90% e, secondo il commissario Figliuolo, già si sarebbe registrato un ricorso maggiore alla vaccinazione. Un altro effetto della certificazione che, dovesse davvero essere raggiunta tale percentuale, significherebbe allentare le restrizioni.

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