Manovra, dalle pensioni al lavoro: 23 miliardi da investire, cosa c’è da aspettarsi

A partire dalle pensioni fino ad arrivare al taglio sul costo del lavoro, passando per l’addio al cashback, ecco cosa prevede la prossima Manovra da 23 miliardi.

Manovra 23 miliardi euro
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Anche nel 2021 ci siamo ritrovati, purtroppo, a dover fare i conti con l’impatto del Covid sull’economia. Numerose, in effetti, sono le ripercussioni dal punto di vista sociale ed economico, con il governo chiamato pertanto ad intervenire attraverso misure ad hoc.

A tal proposito, come ogni fine anno, l’esecutivo si prepara a realizzare la manovra che entrerà in vigore il 1° gennaio dell’anno, attraverso la Legge di Bilancio 2022. Numerose le novità che quest’ultima porterà con sé, con un cantiere di ben 23 miliardi di euro. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da aspettarsi.

Manovra, parte cantiere da 23 miliardi: tutto quello che c’è da sapere

Il governo Draghi è al lavoro per mettere appunto la Legge di Bilancio 2022. A tal proposito entro il 15 ottobre dovrebbe arrivare il via libera al DEF, poi, entro il 20, la trasmissione del provvedimento alle Camere. Una manovra da oltre 23 miliardi di euro, che dovrebbe portare con sé importanti novità. In particolare, per quanto riguarda le pensioni, quest’ultime saranno più ricche per effetto delle rivalutazioni, dovute all’aumento dell’inflazione.

Un incremento dei prezzi che porterà a dover fare i conti con una spesa previdenziale di circa 4 miliardi di euro. A proposito di pensioni, inoltre, a fine anno si dirà addio a Quota 100. Ebbene, per mettere in atto uno schema di graduale innalzamento dell’età di ritiro, prevedendo delle deroghe per i lavoratori usuranti, servirebbero circa 3 miliardi di euro. Tra le priorità del governo, inoltre, un nuovo taglio delle tasse sul lavoro in favore dei redditi medi.

A tal fine si prevede uno stanziamento di risorse pari almeno a 6 miliardi di euro. Stessa somma da destinare anche in risorse per il finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali e a misure per il welfare. Da non trascurare poi il capitolo imprese, per cui si prevede una dotazione di 3 miliardi, al fine di fornire appositi incentivi. Da finanziare poi le misure per la sanità, per cui si ipotizza una cifra attorno ai 2 miliardi. Ma non solo, per rinnovare il contratto del pubblico impiego lo stanziamento sarebbe di circa 2 miliardi. Cifre senz’ombra di dubbio importanti, che il governo intende mettere a disposizione, al fine di favorire il rilancio dell’economia del nostro Paese.

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Al momento, come già detto, si tratta solo di stime e bisogna attendere le decisioni definitive per capire quali mosse saranno prese dal governo in tal senso. In particolare a destare curiosità è il futuro del cashback che, in base alle ultime indiscrezioni, non dovrebbe più essere riattivato. I costi, infatti, risultano maggiori dei benefici e per questo dopo la sospensione dello scorso 30 giugno si fa sempre più largo l’ipotesi di un addio definitivo al programma cashback.

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