Facebook, il blackout costa una fortuna: le vere ragioni del disastro

Servirà tempo prima di ottenere una stabilità. Tuttavia, ripresa la marcia, Facebook analizza il disservizio epocale. E qualche ipotesi già circola.

Facebook down motivi
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Alla fine anche Mark Zuckerberg è stato costretto a prendere atto del tracollo. “Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger stanno tornando online ora. Mi dispiace per l’interruzione di oggi – so quanto vi affidate ai nostri servizi per rimanere in contatto con le persone a cui tenete”. Il fondatore del re dei social ha preso atto del disservizio epocale, più o meno allo stesso modo di come tutti noi abbiamo fatto i conti con gli effetti della nostra dipendenza da questi strumenti di comunicazione. Sette ore senza Facebook e tutti i suoi correlati sono state sufficienti per questo.

Attorno alla mezzanotte, si sono verificati i primi tentativi di ripristino, dopo un intervento tecnico durato per ore. Verso l’una di notte in Italia, tutto è tornato alla normalità. I social hanno ripreso la marcia e gli smartphone di mezzo mondo hanno iniziato a ricevere notifiche in serie da WhatsApp. Il servizio è stato di fatto ripristinato, anche se secondo i tecnici di Menlo Park occorrerà del tempo prima che si stabilizzino. Tempo che, tuttavia, non è stato galantuomo con l’azienda di Zuckerberg.

Facebook down, cosa è successo davvero

Il titolo aziendale non ha atteso che il danno fosse ripristinato. Il blackout totale, Facebook lo ha scontato a caro prezzo, con una perdita stimata di 160 milioni di dollari per ogni ora di interruzione della connessione digitale. Praticamente un crack, anche se circoscritto. Gli utenti sono stati aggiornati man mano sull’unico grande social ancora funzionante, Twitter, dove è stato spiegato man mano cos stava avvenendo sul server generale. Lo stesso è avvenuto anche per WhatsApp e per Instagram. Risolto il problema, si è passato a cercare di determinare le cause che hanno generato le lunghe ore di attesa. Qualche ipotesi è circolata subito dopo la ripresa delle attività.

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Secondo quanto riferito dal New York Times, alla base del patatrac ci sarebbe una configurazione errata dei server di Facebook. In pratica, un errore interno. Secondo quanto riferito al quotidiano newyorkese da John Graham-Cumming, chief technology officer di Cloudflare, il problema si sarebbe verificato sul sistema di conversione dei siti web in indirizzi IP. Stando all’esperto, si sarebbe di fatto verificata una cancellazione dei percorsi che consentivano agli utenti di accedere ai server del social. I dispositivi, di fatto, continuavano a cercare le app di Facebook, fallendo ripetutamente nel tentativo. Da qui, probabilmente, quanto riscontrato sui pc: ovvero, i tentativi del sito di connettersi senza tuttavia riuscirci.

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