In pensione a 64 anni e con 20 di contributi: occhio all’importo

Attenzione all’età anagrafica e ai contributi. Andare in pensione e affidarsi al sistema contributivo volontario può non essere sempre conveniente.

Pensione 64 anni
Foto da Pixabay

Nemmeno la pensione sfugge alle logiche del calcolo. Il “quando”, infatti, è solo un aspetto teorico. La pratica è tutta nella determinazione dell’importo che si andrà a percepire, nella maggior parte dei casi l’unico aspetto che realmente finisce per convincere un lavoratore a mettere un punto alla sua carriera. Qualora si opti per un prepensionamento, si potrebbe andare incontro a una rinuncia completa di una somma di denaro, spesso sottratta (o magari aggiunta) con appena uno o due, massimo tre anni di lavoro in più o in meno.

Non è un aspetto secondario. Il calcolo dell’importo della pensione corre di pari passo a quello dei tempi. Perché è vero che pochissimi anni possono fare la differenza sulla somma scritta sull’assegno, ma lo è anche il fatto che, per molti lavoratori alle soglie del pensionamento, anche un plus di alcuni mesi potrebbe essere complicato da affrontare. Per questo è sempre bene fare attenzione a questo tipo di differenze. Se si conoscono gli eventuali tagli sull’importo spettante, sarà più facile capire quando accedere al pensionamento con anticipo. Le somme potrebbero essere diverse e non sempre andranno a soddisfare chi ha lavorato una vita intera.

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Quando si raggiunge una determinata età, la pensione diventa il punto di riferimento, nonché la base, per la pianificazione del futuro. Ad esempio, se un lavoratore sceglie di cessare l’attività a 64 anni di età e con 20 di contributi (per ragioni dovute magari a problemi di salute) il passaggio altrettanto fondamentale è capire quanto effettivamente convenga chiudere con due o tre anni di anticipo. Anche per verificare se con il pagamento dei contributi volontari si andrebbe comunque a coprire quanto sarebbe spettato con un pensionamento entro i tempi previsti.

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In attesa che vada a determinarsi il quadro complessivo della riforma delle pensioni, non si può che ragionare sulla base di quanto accadrà a dicembre 2022. Entro questa data, chi si trova con una soglia contributiva di 20 anni raggiunti, dovrà aspettare perlomeno i 67 di età per riuscire ad accedere alla pensione. Tali requisiti sono infatti necessari per i trattamenti in criterio misto o contributivo. L’anticipo pensionistico, invece, è disponibile per coloro che hanno iniziato a lavorare dall’1 gennaio 1996 in poi. Resta il fatto che tale sistema riguarda solo coloro che calcolano il proprio rateo con sistema contributivo puro. La pensione dovrà essere non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale (460 euro nel 2021 per 13 mesi). Qualora si scelga di lasciare il lavoro a 64 anni con 20 di contributi, l’importo sarà perlomeno di 1.288 euro al mese.

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