Stop alla plastica, c’è anche il bonus: la svolta sostenibile è a fondo perduto

Il progetto sostenibile passa anche dal quotidiano. L’eliminazione graduale dei contenitori in plastica è un passo fondamentale in questa direzione.

Plastica bonus sostenibilità
Foto da Pixabay

Il futuro dovrà per forza di cose parlare il linguaggio della sostenibilità. E non è solo per salute, ma anche per risparmio. Lo smaltimento dei rifiuti è un problema serio, soprattutto nelle grandi città, e l’utilizzo di materiali che non richiedono un eccessivo periodo per essere definitivamente smaltiti diventa fondamentale. Come del resto il ricorso, sempre meno ingente, a combustibili fossili e fonti di energia non rinnovabili. I Paesi hanno già cominciato a muoversi in questo senso, non solo in merito alle grandi produzioni ma anche nella modifica delle abitudini del vivere quotidiano.

La riduzione progressiva dell’uso della plastica rientra in queste strategie. Tanto che, negli ultimi mesi, è stata avviata una campagna volta all’eliminazione graduale di oggetti di largo consumo in plastica. Ad esempio piatti, bicchieri, palette per il caffè e cannucce. Ma non solo. Il governo italiano ha pensato anche all’introduzione di un bonus ad hoc, volto a ridurre i rifiuti nocivi per l’ambiente (soprattutto per i mari) e a contenere gli effetti deleteri del cambiamento climatico. Un contributo a fondo perduto pari a 5 mila euro.

Bonus a fondo perduto per ridurre la plastica: come funziona

Lo stanziamento è arrivato con il decreto Clima del 2019, pari a 40 milioni di euro per il 2020 e il 2021, ovvero 20 l’anno. Una cifra importante per avviare il progetto di sostenibilità richiesto dalla Commissione europea a tutti i Paesi membri. Il quale, tecnicamente, è stato avviato definitivamente con il decreto attuativo co-firmato dai ministri Roberto Cingolani (Transizione ecologica) e Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico). Si tratta a tutti gli effetti di un contributo a fondo perduto destinato a quelle attività commerciali che sceglieranno di vendere ai propri consumatori dei prodotti alimentari e/o detergenti senza imballaggio in plastica. In pratica, un incentivo contro l’uso delle plastiche monouso.

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I beneficiari saranno tutti gli esercizi commerciali di vicinato e le medie strutture di vendita. Nel primo caso, si intendono i negozi che non superano i 150 metri quadri e che si trovano in comuni con una popolazione inferiore ai 100 mila abitanti. Oppure esercizi fino a 250 metri quadri di estensione ma situati in città ad alta densità abitativa. Nel secondo caso, invece, si parla di esercizi fra 150 e 1.500 metri quadri in comuni sotto i 100 mila abitanti e da 250 a 2.500 mq nei comuni più grandi. Per ottenere il bonus, il commerciante dovrà attenersi alle regole del decreto per un tempo di tre anni almeno. Qualora quanto disposto non fosse rispettato, il contributo verrebbe immediatamente revocato e la vendita in contenitori monouso vietata.

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