Condono fiscale, occhio alle righe piccole: come funzionano le dichiarazioni integrative

Il condono delle cartelle esattoriali è disciplinato sia in base alle dichiarazioni nei tempi che tramite dichiarazioni successive. Ecco come.

Condono cartelle trappola
Foto di Steve Buissinne da Pixabay

E’ praticamente tutto pronto per il maxi condono fiscale che contraddistinguerà la ripresa dell’attività della Riscossione. Il limite per le cartelle esattoriali è di 5 mila euro, entro i quali rientreranno debiti pregressi potenzialmente anche di un ventennio (periodo 2000-2010). A ogni modo, bisogna tener presente alcuni requisiti essenziali, oltre a quelli degli importi. Uno di questi è quello reddituale, con Isee nell’anno d’imposta 2019 pari o inferiore a 30 mila euro. L’altro è il punto sulle dichiarazioni integrative. Le certificazioni uniche 2020, assieme ai 730 e alle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche 2020, saranno le uniche prese in considerazione al fine della verifica del reddito.

Tali dichiarazioni dovevano essere presenti nella banca dati già al 14 luglio 2021. Data che, però, dovrebbe essere presa in considerazione solo al fine dell’automatismo della cancellazione. Le dichiarazioni possono infatti essere modificate entro il 31 dicembre del quinto anno successivo. In pratica, nel condono fiscale dovrebbero rientrare anche coloro che, a fronte di un reddito imponibile non superiore ai 30 mila euro, abbiano presentato delle dichiarazioni integrative per l’anno di imposta 2019.

Dichiarazioni integrative per il condono fiscale: la disciplina in materia

La comunicazione dell’elenco dei contribuenti inclusi nel provvedimento, dovrà essere inviata dall’Agenzia delle Entrate entro il 30 settembre 2021. Una lista che verrà stilata tenendo conto, per l’appunto, della documentazione presentata dai dichiaranti, in tempistiche regolari (quindi con Isee o 730 dell’anno successivo) o tramite dichiarazioni integrative. Chiaramente, coloro che restano fuori dai tempi dichiarativi, non passeranno per la cancellazione automatica. Questo nonostante l’ambito della sanatoria (art. 4.4 del Dl 41/2021) non faccia menzione dei termini di presentazione. L’articolo in questione disciplina unicamente i limiti reddituali e debitori entro i quali dovrà essere incluso il contribuente che richiederà la cancellazione delle cartelle esattoriali. La quale, ricordiamo, non verrà comunicata dall’ente.

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In sostanza, ai contribuenti viene concessa la possibilità di integrare le dichiarazioni dei redditi entro un periodo di cinque anni dalla data di presentazione dei modelli. Si tratta di integrazioni in grado di correggere errori ed eventuali omissioni, inclusi quelli che possono aver determinato un imponibile maggiore o minore. Lo stesso vale per i debiti d’imposta. L’importante è che il tutto avvenga entro il 31 del mese del quinto anno successivo alla data di presentazione. Questo significherà una sospensione del condono fino al 2025.

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