Serie A, scendono in campo i Bitcoin: ma occhio a non finire in fuorigioco

Bitcoin sugli scudi. Le società di calcio, a seguito delle gravi perdite causate dalla pandemia e dalle restrizioni derivate, le stanno tentando tutte per risollevare i propri conti. Anche l’Inter, che ha introdotto dei token per i tifosi.

Stadio Olimpico di Roma (Fonte foto: web)

Fonte Facebook – Lega Serie AIl mondo delle criptovalute e in particolare dei Bitcoin non sembra conoscere confini. A riprova che si tratta di una moneta con un probabile futuro e su cui sempre più persone scommettono per i propri investimenti, ecco la notizia che potrebbe sorprendere i più. Infatti, le criptovalute hanno fatto il loro ingresso anche nella Seria A, ossia il massimo campionato di calcio a livello italiano.

L’operazione attraverso cui l’uso delle criptovalute si diffonderà ulteriormente, ed in contesti nuovi, coinvolgerà i tifosi dei club più blasonati. Infatti, tra luglio e agosto nel mercato del nostro calcio hanno fatto la loro comparsa le piattaforme Socios.com e DigitalBits come sponsor di maglia di Inter e Roma e il marchio BitMex come sponsor di manica del Milan. Ma non è finita qui. I Bitcoin vogliono acquistare ancora più spazio nel mondo dello sport più praticato nel nostro paese.

In queste ore infatti scattano i cd. Fan Token Inter. Di che si tratta? Ebbene, sulla piattaforma Socios.com, che ha preso il posto di Pirelli dopo più di 25 anni e porta circa 20 milioni di euro a stagione nelle casse della società nerazzurra, sarà emesso un milione di token, vale a dire i “gettoni” che assicurano specifici diritti e/o servizi a chi li compra, pagando in soldi veri che divengono così criptovalute.

Vediamo allora di seguito qualche ulteriore dettaglio su queste iniziative che vedono i Bitcoin entrare in campo nel mondo del pallone.

I Bitcoin anche in Serie A: il contesto di riferimento

Forse non tutti sanno bene che cosa sono i Bitcoin e perchè si parla così tanto di essi in questi ultimi mesi. Il Bitcoin è una moneta virtuale creata nel 2009 creata da uno o più hacker con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto. Insomma l’identità degli ideatori è rimasta di fatto ignota.

Il Bitcoin è virtuale perché, a differenza ad esempio di euro; dollari e sterline, non esistono banconote fisiche, ma esclusivamente monete costituite da codici, vale a dire  una serie di numeri. In particolare i Bitcoin non transitano da alcuna banca, e per questo conservano un margine di ‘indipendenza‘. Ecco perchè sono graditi a coloro che amano le nuove tecnologie e detestano il rapporto cliente-banca tradizionale.

In altre parole, a differenza dalle altre valute ‘classiche’ il Bitcoin non ha alle spalle una Banca centrale che distribuisce nuova moneta, ma si fonda su due principi chiave:

  • un network di nodi, ossia di pc, che la gestiscono in modalità distribuita, in gergo peer-to-peer;
  • l’utilizzo di una assai complessa crittografia per validare e rendere sicure le transazioni, in modo da proteggere coloro che detengono e usano questa innovativa moneta.

Per poter comprare Bitcoin l’interessato deve aprire un portafoglio/conto virtuale; in seconda battuta, deve collegarsi ad uno dei numerosi siti che offrono la valuta virtuale in cambio di denaro (pagamento con bonifico, carte ricaricabili). In linea generale, i Bitcoin possono essere scambiati o spesi e va rimarcato che sono accettati da sempre più attività commerciali, sia virtuali che fisiche.

Tutte le criptovalute sono state ideate per al fine di non superare un tetto massimo di moneta coniabile; onde evitare in particolare i pericoli legati all’iperinflazione.

Vi è da rimarcare che le criptovalute sono state considerate finora con diffidenza e distacco dai governi e dalle banche centrali, oltre che da molti esperti di economia: esse infatti garantiscono di poter fare transazioni in totale anonimato. Gli scambi, infatti, si compiono direttamente tra privati, senza alcun tipo di intermediazione e senza alcun controllo centralizzato.

Come iniziare ad usare Bitcoin: l’apertura di un conto o wallet online o scaricabile

In molti si chiederanno, in linea generale, come fare ad entrare in contatto con questa innovativa moneta virtuale, ossia di fatto come acquistare bitcoin o a fare trading con essi. Ebbene, come accennato, per farlo è necessario aprire un wallet. E’ preferibile usare questo termine rispetto al classico “conto” perché altro non è il nome tecnico che è assegnato ai portafogli che contengono Bitcoin.

Per trasferire Bitcoin basta la rete perché non sono depositati su un conto bancario classico; né sono caricati su una carta prepagata o disponibili cash con uno sportello ATM. Lo ribadiamo: laddove si acquistino o si vendano Bitcoin è necessario avere un wallet, ovvero un portafoglio virtuale sul proprio computer o su una piattaforma del web.

I wallet online per bitcoin sono sicuramente facili da usare e intuitivi nel funzionamento. Non deve stupire che oggi tanti fornitori di servizi abbiano infatti investito in questo mercato e consentano di acquistare criptovalute di tutti i tipi. Ci riferiamo soprattutto a nomi noti, come Coinbase o eToro, che sono considerati delle vere e proprie autorità nel settore degli investimenti tramite criptovalute.

Per cominciare a sfruttare le caratteristiche dei Bitcoin, sarà sufficiente entrare nei rispettivi siti e effettuare la registrazione. Ultimato l’iter, sarà possibile acquistare bitcoin o altre criptovalute. Attenzione però: in alternativa ai wallet online esistono altresì i wallet scaricabili. Meno immediati da usare, sono tuttavia più avanzati e utili per l’utente esperto. In buona sostanza, abbiamo innanzi dei programmi che debbono essere scaricati e installati nei propri dispositivi.

Il motivo essenziale per cui conviene scegliere un wallet scaricabile è costituito dalla tutela della sicurezza dell’utente. Infatti, se la propria password è intercettata da un malintenzionato, questi può accedere al proprio wallet online e svuotare con facilità il conto. Inoltre, in ipotesi di fallimento della piattaforma che include il wallet online, cosa nient’affatto remota e peraltro già successa, l’esito sarebbe quello di perdere tutto l’investimento effettuato.

L’utilità del wallet scaricabile è che è del tutto indipendente; sicuro e al contempo legato al dispositivo su cui è installato. Ma attenzione: anche in queste circostanze, è possibile perdere tutto, soprattutto in caso di furto di smartphone o pc o in caso di rottura di questi dispositivi, senza aver fatto backup o trasferito le somme presenti sul wallet.

Comprare e vendere con i Bitcoin: come si fa?

Una volta creato il proprio portafoglio virtuale, l’utente è pronto a caricare i Bitcoin. Questi ultimi possono essere acquistati da chi li vende, sia che si tratti di un privato cittadino; di un sito specializzato o anche un vero e proprio “sportello” fisico. In sintesi ecco le vie:

  • scambio tra privati: vi sono piattaforme di scambio tra privati, in cui vi sono annunci di chi vuole comprare o vendere Bitcoin e dove si può agevolmente vendere o acquistare questa criptovaluta;
  • siti ad hoc: vi sono piattaforme specializzate sul web, che consentono di comprare i Bitcoin;
  • sportelli ATM: ebbene sì, sono attivi anche sportelli ATM nei quali, immettendo gli euro in contanti e l’indirizzo del proprio conto, si possono accreditare Bitcoin sul proprio wallet. C’è un elenco con tutti i bancomat abilitati sul territorio italiano, disponibile qui.

Bitcoin: non è tutto oro quel che luccica

Se è vero che per molti osservatori ed esperti di mercati ed investimenti, i Bitcoin rappresentano la moneta del futuro, è altrettanto vero che dietro l’acquisto e l’investimento in Bitcoin si cela qualche insidia di non secondaria importanza.

Anzi, l’investimento in Bicoin non è sempre  vantaggioso e senza rischi. Le incognite di un investimento in Bitcoin sono non irrilevanti e i rischi sono importanti; soprattutto può pesare e pesa la difficoltà di individuare un soggetto che possa rispondere di eventuali problemi. Infatti, l’assenza dell’intermediazione della banca pone un reale quesito sulla sicurezza e sulla trasparenza delle transazioni con criptovaluta.

In molti potrebbero pensare di arricchirsi con i Bitcoin, ed in effetti l’ipotesi non è del tutto remota. D’altronde i Bitcoin sono soprattutto un  mezzo per investire, piuttosto che un mezzo di pagamento. Attenzione però: i Bitcoin e le criptovalute in generale sono monete ‘ballerine’, con frequentissimi alti aumenti ed altrettanto consistenti ribassi dei prezzi. Insomma, è un prodotto altamente speculativo e con dei margini di rischio notevoli. Ecco perchè non è affatto consigliabile investire tutti i propri risparmi in criptovalute, bensì diversificare gli investimenti. Una regola aurea che vale sempre.

Bitcoin e Inter: un binomio vincente?

Dopo queste necessarie premesse sui Bitcoin e sui loro tratti essenziali, possiamo focalizzarci sulle novità più recenti, che riguardano il mondo del calcio italiano. Infatti, come accennato all’inizio, in queste ore parte l’avventura dei Fan Token Inter. In sostanza, sulla piattaforma Socios.com, sarà emesso un milione di token, ossia dei “gettoni” che garantiscono determinati diritti e/o servizi a chi li acquista, pagando in soldi reali trasformati in moneta virtuale.

E’ tutto vero: i tifosi in tutto il mondo, non soltanto quelli nerazzurri ovviamente, potranno acquistare i token dei campioni d’Italia al prezzo fisso di lancio di 2 euro per ognuno e cominciare così a “interagire con il club” in un modo nuovo. Così è stato pubblicato in una nota del club milanese. Non solo: chi conseguirà questi innovativi gettoni, potrà partecipare a un sondaggio per scegliere un messaggio di incitamento nei confronti della squadra di Inzaghi sabato 18 nel match di San Siro contro il Bologna.

In poche parole, i tifosi acquistando i gettoni si legano in modo innovativo ai club e i club possono contare su una innovativa fonte di finanziamento al di là della sponsorizzazione. Ma d’altronde la piattaforma Socios.com appare sicuramente affidabile: al di là dei suoi numerosissimi rapporti con società sportive di tutto il globo, quest’anno sta avendo un  un giro d’affari derivante dai token di ben 200 milioni e ha diviso con le “sue” squadre la metà dei ricavi derivanti da acquisti; scambi e cessioni di token. Insomma, sicuramente un partner affidabile e capace di generare profitti, sul quale la società cui fa capo il club di calcio Inter ha deciso di puntare per il prossimo futuro. Le necessità di dare ossigeno ai conti societari, a seguito della crisi economica da pandemia, è del tutto evidente.

I Bitcoin nel mondo del calcio: uno scenario in continua evoluzione

In verità, il club Inter non è il primo della Serie A ad entrare in contatto con il mercato dei token, i gettoni per i tifosi disposti ad acquistarli. Infatti, già Juve, Milan e Roma hanno i loro token, che fino all’altro ieri valevano qualcosa come 8,80, 7,90 e 6,11 euro rispettivamente.

E anche nei campionati stranieri, i club che sfruttano il boom delle criptovalute non sono pochi: ci riferiamo soprattutto al Psg e al Manchester City, vale a dire due società ricchissime. Insomma, in una fase in cui si tenta di rilanciare l’economia del pallone, dopo le spese spropositate degli ultimi anni che hanno pesato e pesano tuttora sui bilanci dei club, anche la via delle criptovalute e dei Bitcoin appare da considerare in modo primario.

D’altronde, solo in Italia, il mondo del pallone ha perso qualcosa come circa 1,1 miliardi di euro a causa delle conseguenze del coronavirus e delle restrizioni derivate. Quella sui Bitcoin è un’operazione con cui ottenere nuovi introiti, sfruttando anche la passione dei tifosi di calcio non solo italiani, inclusi coloro che non  hanno mai visto dal vivo una partita di calcio dell’Inter, perchè magari vivono dall’altra parte del globo.

Il meccanismo è in verità molto semplice: dai token, le società ne ottengono un guadagno; mentre per i fan l’acquisto del gettone è di fatto un investimento e un modo per essere vicini alla propria squadra preferita. Ma è pur vero che detto investimento non convince tanti economisti e fa venire qualche dubbio agli stessi appassionati del pallone.

“I fan token sono un prodotto di mercato e credo che quello che serve per avere un rapporto più vicino tra tifoso e squadra possa funzionare, sempre che vada bene al tifoso”, con queste diplomatiche parole l’economista Carlo Cottarelli ha commentato l’avventura nei Bitcoin da parte della società cui fa capo la squadra di calcio Inter.

“Aspettiamo prima di dare un giudizio sui token: vedremo cosa succederà con l’Inter però non esagererei nel dire che si tratta di criptovalute. In questo caso compri un token e puoi fare certe cose. Parlando di criptovalute beh, se qualcuno vuole investire lo faccia, io no: è troppo volatile il mercato, le oscillazioni e il tasso del cambio sono molto rischiosi e me ne tengo lontano”, ha poi precisato lo stesso Cottarelli, dimostrando di essere al momento piuttosto cauto nel dare giudizi o valutazioni sul possibile successo dei Bitcoin nel calcio italiano.

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Bitcoin nel mondo del calcio: occhio alle oscillazioni

In precedenza, abbiamo ricordato che un tratto caratteristico dei Bitcoin è rappresentato dalla loro estrema volatilità, che li rendono un prodotto altamente speculativo ed adatto soltanto a chi ha una buona esperienza in fatto di investimenti; e soprattutto intende mettere in conto un consistente margine di rischio.

E ciò ovviamente vale anche per il rapporto token – mondo del calcio. Giusto per fare un esempio pratico, il Psg Fan Token ha guadagnato ultimamente ben il 1400%: si tratta, in verità, di un’eccezione, in un certo senso una scommessa andata bene. Anche con ciò si spiega perchè nel contratto di Messi è stato incluso un bonus pagato proprio con i token, pari a circa 5 milioni di euro.

Ma attenzione: perchè le criptovalute riservano anche brutte sorprese. Anzi, l’operazione talvolta si è rivelata un vero e proprio flop. Nel ricco campionato inglese, l’operazione da parte del West Ham è durata una sola stagione, per poi decidere di abbandonare l’avventura Bitcoin a seguito delle pressioni dei tifosi, che si erano resi conto di pagare (un po’ troppo) per partecipare alla vita del club.

Cottarelli, ancora interpellato sullo scenario che vede i Bitcoin anche nel mondo del calcio italiano, ha aggiunto che: “Il mercato dei token non è esteso come quello dei bitcoin, può anche darsi che le oscillazioni non siano rilevanti. La risposta la daranno i tifosi, vedremo cosa succederà con l’Inter. L’ingresso di nuovi sponsor legati alle criptovalute d’altronde è il segno dei tempi: non mi piacciono molto ma entrano un po’ dappertutto. Con l’azionariato popolare promosso da Interspac siamo in un campo del tutto diverso. Abbiamo in programma il 24 settembre l’evento a Milano, stiamo definendo il consulente strategico che ci aiuterà nel business plan da presentare all’Inter. L’obiettivo per noi è la fine di ottobre, poi vedremo che cosa succede”.

Concludendo, è probabilmente troppo presto per dare delle valutazioni definitive, troppo pochi ancora sono gli elementi da considerare per giungere ad un giudizio equilibrato. Molto dipenderà dall’andamento dei prossimi mesi, e staremo a vedere come andrà il progetto dell’Inter, che ha appena lanciato i token a pagamento per far interagire i tifosi con il club. Se da un lato, i Bitcoin rappresentano forse lo strumento di investimento del futuro; dall’altro, alla luce di quanto riportato, ne sono evidenti i rischi e le insidie.

D’altronde, il mercato in continua evoluzione delle criptovalute, può garantire degli introiti con il supporto (economico) dei tifosi; ma può anche non produrre nessun aumento di incassi. Tuttavia nell’era post pandemia, i club le devono provare tutte per migliorare i conti.

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