Gino Strada, chi era: carriera e guadagni del fondatore di Emergency

Medico chirurgo, fondatore di Emergency e in prima linea per l’assistenza ai feriti in contesti di guerra: chi era Gino Strada, il medico degli ultimi.

Gino Strada
Foto © Facebook

Una figura per certi versi rivoluzionaria nell’ambito della medicina. Con la sua Emergency, ong fondata nel 1994 assieme alla moglie Teresa Sarti, Gino Strada ha radicalmente cambiato il modo di intendere la medicina, trasferendo la chirurgia direttamente sul fronte di guerra. L’obiettivo di Strada, scomparso lasciando in eredità la solidarietà e la competenza portata avanti da Emergency, è sempre stato quello del supporto e del sostegno a chi, più di tutti, subisce gli effetti dei conflitti. In ogni zona del globo, indistintamente.

Gino Strada: chi era

Luigi Strada, detto “Gino”, è nato a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, il 21 aprile 1948. E nel Milanese trascorre la sua gioventù. Famiglia cattolica e di ispirazione conciliare, ha frequentato il Liceo classico Carducci, proseguendo poi gli studi presso l’Università Statale di Milano. Un breve avvicinamento alla corrente comunista studentesca ma anche e soprattutto al mondo dell’associazionismo cattolico. Ed è in quel contesto che fa la conoscenza di colei che sarebbe diventata sua moglie, Teresa. Dal loro matrimonio nascerà la figlia Cecilia.

Gino Strada: la malattia della moglie

Una delle prove più difficili vissute da Gino Strada, che pure ha vissuto in prima linea alcune delle emergenze sanitarie più dure, è stata la malattia della moglie, Teresa Sarti. Con lei aveva fondato Emergency ed era stata lei ad accompagnarlo nella crescita della ong, mettendosi a capo dei progetti umanitari e di cooperazione. Importantissimo il suo contributo alla costruzione di ospedali e avamposti medici in zone di estrema crisi emergenziale, soprattutto contesti di guerra. Teresa muore nel 2009, dopo aver lottato contro un tumore.

Gino Strada: laurea e carriera

Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita nel 1978, a trent’anni, da quel momento Gino Strada ha cercato di combinare la sua vocazione alla medicina d’urgenza al suo desiderio di assistere i meno fortunati. Specializzazione in Chirurgia d’Urgenza, un’esperienza iniziale all’Ospedale di Rho (durante la quale si occupa di feriti di guerra), a seguito della specializzazione in chirurgia cardiopolmonare sperimenta esperienze in tutto il mondo. Specie a seguito della Croce Rossa.

Gino Strada: Emergency

Sulla scia di queste esperienze, arriverà a prendere la decisione che avrebbe cambiato il suo futuro. Nel 1994, assieme a sua moglie, fonda Emergency, ong con l’obiettivo di offrire sostegno medico gratuito ai feriti (fisicamente e non) dei conflitti bellici. Ospedali da campo, avamposti medico-chirurgici direttamente sul fronte, nel 2013 erano stati oltre 6 milioni i pazienti assistiti da Emergency, in ben 16 Paesi del mondo. Un’organizzazione sostenuta solo dal buon cuore dei volontari e, al limite, dal 5×1000.

Gino Strada: quanto ha guadagnato

Una premessa doverosa quella suddetta. Anche perché lo stesso Gino Strada, nel corso della sua vita, ha più volte dichiarato di non aver mai guadagnato oltre che il suo stipendio di medico. Non solo: il fondatore di Emergency ha sempre sostenuto di non aver mai preso soldi per una prestazione medica. Il bilancio preventivato 2020 della sua organizzazione, prevedeva entrate per 53,299 milioni, con passivo di 46 mila euro considerando i 53,345 milioni di costi. A riprova della sua natura umanitaria, in tutto e per tutto.

Gino Strada: la Calabria

Negli ultimi mesi, il nome di Gino Strada era stato più volte accostato alla regione Calabria, a seguito delle dimissioni (per motivi diversi) dei commissari alla Sanità Saverio Cotticelli e Giuseppe Zuccatelli, e prima della nomina di Eugenio Gaudio. In quei giorni, durante i quali a Palazzo Chigi era ancora in carica l’ex premier Giuseppe Conte, il fondatore di Emergency era stato avanzato come papabile per una sorta di tandem con il nominato commissario. Era stato proprio Strada a chiarire la questione e a smorzare le voci, parlando di “un accordo di collaborazione fra Emergency e la Protezione civile per contribuire concretamente a rispondere all’emergenza sanitaria”. Come sempre fatto.

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