Addio a Raffaella Carrà, le cause della morte: aveva 78 anni

La ballerina, conduttrice e cantante è deceduta dopo una lunga malattia. A darne notizia il regista e autore Sergio Japino: “Raffaella Carrà ci ha lasciati”.

Raffaella Carrà
Foto © GettyImages

Una notizia che ha sconvolto il Paese, proprio mentre si cerca di avviare la ripresa dopo il buio della pandemia. Raffaella Carrà, storico personaggio della televisione nostrana, è morta all’età di 78 anni. Ballerina, conduttrice, cantante. Una persona per mille professioni quella della “Raffa” nazionale, fra i personaggi più amati nella lunga storia degli show televisivi. L’annuncio è stato dato da Sergio Japino, regista, coreografo ed ex compagno, protagonista di lunghissimo sodalizio artistico con Raffaella Carrà: “E’ andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”.

Raffaella Carrà: la malattia

L’Italia non se lo aspettava. Un nuovo profondo dolore, dopo il cordoglio per il maestro Morricone, Ezio Bosso, per Paolo Rossi e per Franco Battiato, che avevano accompagnato l’ultimo anno. Raffaella Carrà si è spenta alle 16.20, al termine di una strenua lotta con la malattia, che da alcuni mesi l’affliggeva. Un male che ha colpito con forza, mettendo a durissima prova la sua straripante energia e voglia di vivere. Caratteristiche che l’hanno accompagnata in ogni frangente della sua lunga carriera, fra danze e canzoni, pezzi di un repertorio di quelli che ti restano dentro, parte a volte anche inconsapevole della tua quotidianità. Chi non ha mai ballato il Tuca tuca? O fischiettato Com’è bello far l’amore o A far l’amore comincia tu?.

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Raffaella Carrà: l’artista

Giovani e meno giovani, ragazzi e persone mature. A ognuno Raffaella Carrà ha lasciato qualcosa, dai suoi esordi, giovanissima, come attrice bambina, fino ai suoi passaggi in tv, accanto ai più grandi. Tasselli di una carriera che l’hanno portata a guadagnarsi il titolo di “regina della televisione italiana”, che tanto ha amato i suoi varietà, le sue canzoni e i suoi programmi. Un percorso, quello in tv, iniziato nel 1961, quando il colore non c’era ancora. Accanto a lei il maestro Lelio Luttazzi, in Tempo di danza. La notorietà arriverà qualche anno più tardi, quando prese il timone di Canzonissima 70 assieme a Corrado e mise in mostra il suo ombelico, nel famoso stacchetto Ma che musica maestro.

Raffaella Carrà: il successo

E’ un’Italia diversa, che guarda ancora alla tv come a uno strumento di aggregazione e non come a una compagna quotidiana. Il talento però c’è e si vede anche negli ultimi sprazzi di bianco e nero. E quel nome, che ha scelto di cambiare in onore del pittore Carlo Carrà, inizia a entrare nel cuore degli italiani che, in fondo, quegli stacchetti li vanno canticchiando. Non è che l’inizio della scalata. Nel mondo della televisione, certo, ma anche nel cuore della gente. Gli anni Ottanta la vedono protagonista in Pronto, Raffaella, ma anche in programmi storici come Domenica In e Fantastico 3. Accanto a lei si avvicendano Corrado, Mina, Giancarlo Magalli, Gianni Boncompagni, Sergio Japino. Lei canta e danzla, inventa il Tuca tuca e lo balla con Alberto Sordi. E fa cantare gli altri con Que dolor, Pedro e altri successi.

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Raffaella Carrà: gli ultimi lavori

Gli anni Novanta la vedono entrare nelle prime serate degli italiani con Carramba! Che sorpresa, primo contatto diretto con le persone. Le fa incontrare di nuovo, conoscere in alcuni casi. Il pubblico, che ora usa il cellulare e ascolta cd, apprezza. C’è persino l’occasione di Sanremo, il primo del Terzo Millennio. E’ il 2001, vince Elisa, rappa Eminem e i Placebo spaccano la chitarra sul palco, ma è comunque l’apice di una carriera che, in fondo, del parterre di Sanremo non aveva poi così bisogno. Tornerà protagonista anche negli ultimi anni: The Voice of Italy e A raccontare comincia tu, suo ultimo lavoro. Della malattia che l’aveva costretta alla sofferenza il suo pubblico non lo aveva messo a parte. Gli ha regalato sorrisi e leggerezza, note divertenti e balli indimenticabili. Il dolore no. E questo è stato forse il suo regalo più grande.

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