Soldi sul conto corrente? Ecco quando non sono più nostri

Depositare i soldi sul conto corrente bancario o postale significa cederli alla banca o alla Posta. Ecco cosa afferma il Codice Civile.

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Sembra assurdo ma è la realtà. Una volta depositati i soldi sul proprio conto corrente non sono più nostri. La proprietà passa all’istituto di credito o a Poste Italiane, a seconda di dove abbiamo aperto il conto. E’ quanto afferma il Codice Civile anche se poche persone ne sono a conoscenza. Ognuno di noi, infatti, è convinto che depositare i risparmi sul conto corrente sia la soluzione migliore per tutelare il denaro che faticosamente si accumula ogni mese. Eppure, dal momento del versamento quei soldi non ci appartengono più.

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Cosa afferma il Codice Civile, articolo 1834

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L’articolo 1834 del Codice Civile attesta che l’istituto di credito si impossessa del denaro versato dal correntista ma ha l’obbligo di restituirlo. Le parole esatte sono “Nei depositi di una somma di denaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria“.

La banca o le Poste, dunque, diventano proprietari dei soldi per uno specifico lasso temporale. Si intende il periodo compreso tra il versamento e la scadenza del contratto o il momento in cui il correntista richiederà il proprio denaro. Anche in caso di versamento di valuta estera, l’istituto di credito dovrà procedere con la restituzione nella stessa valuta.

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Il bail-in per il fallimento bancario autorizza l’accesso al conto corrente

L’obbligatorietà di restituzione del denaro è sicuramente una notizia che fa tirare un sospiro di sollievo. Occorre però sapere che l’Unione Europea nella Direttiva numero 2014/59 ha esplicitato che in caso di rischio di fallimento, la banca ha la facoltà di attingere ai soldi dei risparmiatori e a tutte le risorse interne a disposizione.

La procedura in questione si chiama bail-in, salvataggio dall’interno, ed è autorizzata solamente se la somma presente sul conto corrente del cliente, azionista o creditore è superiore a 100 mila euro.

I piccoli risparmiatori possono, dunque, dormire sonni tranquilli e scacciare l’idea di conservare i propri soldi sotto il materasso come era prassi diversi anni fa.

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