Estate bollente: dopo lo stop ai prelievi, la banca chiude anche i conti

Ing Direct continua la stretta: da luglio basta coi prelievi agli sportelli Atm e si annuncia anche la cancellazione dei conti che non rendono.

ING Direct
Foto © AdobeStock

Non sarà un’estate facile per i clienti di Ing Direct. La banca facente capo al gruppo olandese ING, infatti, ha già annunciato la stretta (al via a luglio) sui prelievi bancomat e, ora, si prepara al colpo di scure sui conti correnti inattivi. L’ennesima mossa shock da parte dell’istituto di credito che, se da una parte punta a favorire il sistema dei pagamenti tracciabili, dall’altra appare decisamente intenzionato a dare un colpo di cesoia a tutti quei conti che non producono un rendimento. Per ora nel mirino finiscono quelli del tutto inattivi ma, più avanti, potrebbe toccare anche ad altri che producono un costo per la banca senza movimenti di denaro.

La situazione è chiara: i tassi negativi incidono pesantemente sulla redditività delle banche e, in questo quadro, un conto corrente rappresenta un costo, anche piuttosto gravoso per gli istituti di credito. Ing ha recepito il messaggio e, se dapprima la strategia sembrava orientata più che altro allo stop degli sportelli Atm, ora il giro si allarga in misura decisamente maggiore. Naturalmente, la decisione ha colto alla sprovvista i correntisti, molti dei quali hanno deciso di utilizzare il conto come deposito, senza produrre rendimenti. Oppure tendenti a non usarlo frequentemente.

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Ing, cosa succede coi conti inattivi

Non è un caso isolato, quello di Ing. Anche altre banche si stanno muovendo in questa direzione, come Unicredit, che ha alzato il canone addirittura fino al +70%. I conti correnti stanno tremando già da tempo e questa non è una buona notizia, non solo per i correntisti ordinari ma anche per le imprese, dal momento che la stasi del conto corrente è un danno anche per loro. A tenere fermo il denaro, quindi, non sarebbe un’inedia finanziaria, quanto piuttosto un rischio per i risparmi. Tuttavia, se si tiene conto che il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fidt) garantisce soldi fino a 100 mila euro in caso di fallimento bancario, i capitali in più andrebbero persi. Per questo le banche (Ing in testa) premono affinché i propri clienti non tengano fermi i soldi.

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La chiusura dei conti inattivi, però, è effettivamente un colpo a effetto. A riportare la notizia della chiusura dei conti è Milano Finanza, che parla di una raccomandata inviata ai correntisti sotto la lente affinché operino delle movimentazioni per non incorrere nel taglio. L’alternativa più plausibile, tuttavia, resta la migrazione verso altre banche. E senza nemmeno troppo tempo per farlo: 60 giorni per salvare le ricevute di bonifici e tutti i moduli come F24, Mav o Rav. Una prospettiva non rosea, considerando che i clienti dovranno a breve fare i conti anche con la decisione di Ing di darci un taglio coi prelievi agli sportelli Atm. Più che una riforma del sistema, una vera e propria rivoluzione radicale, mentre su altri lidi si procede a colpi di rincari.

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