Ripresa, l’Italia resta indietro: le previsioni che preoccupano

I numeri dicono che il nostro Paese resta il fanalino di coda fra le top 5 economie dell’Eurozona. La ripresa sarà tutta in salita.

Euro ripresa
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Eravamo stati avvisati. La ripresa sarà lunga, difficile e irta di difficoltà. Lo avevano detto i principali enti preposti, dal Fondo monetario internazionale alla Banca centrale europea, con la presidente Christine Lagarde che aveva posto la questione delle imprese, messe di fronte a un periodo di incertezza fin troppo oscuro per essere superato agevolmente. Certo, la ripresa delle attività segnerà sicuramente un passo in avanti, ma per riuscire a raggiungere dei risultati occorrerà tempo e, soprattutto, enorme sacrificio.

Il vero e proprio conto della pandemia, probabilmente, non è ancora arrivato. Lo dicono gli indicatori e anche la situazione generale, che vede sì un primo accenno di ripresa ma, al contempo, una scala lunga da percorrere per riuscire a rientrare nei livelli di autonomia precedenti alla pandemia. Senza contare che, fra poco tempo, anche il ritmo fiscale riprenderà a pieno regime e gli aiuti percepiti fin qui, per coloro riusciti ad accedervi, rappresenteranno solo una misura emergenziale.

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Ripresa, l’Italia resta indietro: i numeri dell’Eurozona

La stessa Banca centrale europea aveva invitato a distinguere bene la ripresa dalla ripartenza. Quest’ultima, infatti, è la forza motrice che ci consentirà di affrontare tutte le conseguenze della crisi e di sperare in una ripresa. La quale potrà dirsi compiuta quando le perdite dovute al Covid-19 saranno ormai un ricordo. Chiaro che ci vorrà del tempo. Anche perché, almeno per quanto riguarda l’Italia, le cose non sembrano esattamente aver imboccato la strada giusta. Secondo le previsioni relative all’Eurozona, considerando il crollo del 6,6% dell’economia registrato nel 2020, il ritmo di crescita dovrebbe attestarsi al 4,3% nel 2021 e al 4,4% nel 2022. Il che significa come, nel 2023 (ovvero alla ripresa del Patto di stabilità), l’economia dovrebbe attestarsi al +1,7% rispetto ai tempi pandemici.

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L’Italia prevede più o meno di marciare sugli stessi numeri. Senza dimenticare, però, che da noi il crollo è stato dell’8,9%. Ovvero, alla fine del 2022, la ripresa dovrebbe attestarsi ad appena lo 0,9% al di sopra dei livelli pre-Covid. Il rischio è di ritrovarsi a dover sostenere un ulteriore anno di ripresa mentre il resto d’Europa viaggerebbe verso ben altri lidi. Basti pensare che, fra le prime cinque economie europee, l’Italia resterebbe fanalino di coda, superata anche dalla Spagna: Paesi Bassi +6,3%, Spagna +5,4%, Francia +4,6%, Germania +4,4%, Italia +0,3%. In sostanza, la conferma del trend di crescita frenata che ci ha contraddistinto negli ultimi 10 anni. La speranza è il Recovery fund. Per una sterzata più che per una crescita.

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