Crisi, le donne ci rimettono di più: dati scioccanti sulla disparità di genere

Equilibrio uomo-donna lontanissimo sui luoghi di lavoro. Lo confermano i dati Oxfam e Onu: la disparità è un problema esasperato dalla pandemia.

Lavoro occupazione femminile
Foto di StartupStockPhotos da Pixabay

Le disparità aumentano in pandemia. Lo si è detto e ripetuto a più riprese in questi mesi, evidenziando come l’irruzione del Covid-19 abbia scavato ancora di più i solchi sociali. Anzi, a ben vedere, la fetta della popolazione rientrante nella categoria più in difficoltà ha accolto un numero imprevisto e ingente di nuovi membri. In sostanza, la pandemia ha finito per aumentare le sacche id povertà all’interno del nostro Paese, restituendo al contempo degli scenari già compromessi prima dell’inizio del caos.

In questo senso, secondo un report di Oxfam, la disparità di genere sul luogo di lavoro non farebbe eccezione. Tutt’altro: nel 2020, riferisce l’organizzazione, si è assistito addirittura a un incremento, con una perdita di posti di lavoro da parte delle donne arrivato al 5% in più rispetto al 2019. Uno scarto forse minimo rispetto agli uomini (+3,9%) ma comunque ragguardevole se si considera che, al momento, sono oltre 64 milioni le donne disoccupate a livello mondiale. In pratica, il gentil sesso ha subito un mancato reddito pari a 800 milioni di dollari. Una cifra mostruosa.

LEGGI ANCHE >>> Mario Draghi: “40% del Recovery Plan destinato al Sud”

Crisi, le donne ci rimettono di più: la disparità di genere, un problema serio

I dati potrebbero crescere ancora se si considerassero tutte le lavoratrici operanti nell’ambito dell’economia informale. Ma del resto il concetto varrebbe anche per gli uomini. Quello che colpisce è soprattutto la questione remunerativa: tenendo conto che le donne rappresentano il 70% della forza lavoro nel settore sanitario e sociale, appare chiaro che per il resto vengano impiegate in mansioni meno prestigiose e, per questo, meno retribuite. Secondo l’Oxfam, il totale complessivo di ore per servizi di assistenza non retribuita si attestava nell’anno pre-pandemia a quasi 13 miliardi.

LEGGI ANCHE >>> Pensione, tra legge Fornero e quota 102: lo spauracchio di una riforma spiacevole

Fra i promemoria in agenda, il superamento della disparità di genere appare quindi una priorità assoluta. A rincarare la dose arrivano infatti i numeri dell’Onu: in tempi precedenti alla crisi sanitaria, le donne guadagnavano circa 77 centesimi contro un dollaro tondo di un uomo. In gergo tecnico si chiamerebbe gender pay gap e il problema serio è che l’incremento è sempre più marcato. Secondo le stime, i tempi per raggiungere un l’equilibrio si allungano a dismisura (135,6 anni, un’eternità). A sbrogliare la situazione, come sempre, potrebbero essere dei provvedimenti ad hoc. Con il Pnnr in qualche modo si cercherà di fare un passo avanti. Staremo a vedere.

Impostazioni privacy