Lettera di presentazione, consigli pratici: la soluzione per fare bella figura

Redigere una lettera indirizzata a un potenziale datore di lavoro può essere una sliding door decisiva. Qualche istruzione per scriverla bene.

Lettera di presentazione
Foto di mohamed Hassan da Pixabay

Sembra la cosa più banale, ma in realtà è una delle più difficili. Compilare una lettera di presentazione è di fatto il primo passo verso un nuovo lavoro e sono sempre di più i potenziali datori che ne richiedono una. Il motivo è semplice: imbastire un primissimo imprinting con il candidato e vedere, almeno con una pria occhiata, se le motivazioni sono giuste e gli obiettivi comuni. Buttarne giù una non è una passeggiata: a volte non ci prestiamo troppo caso, limitandoci a una lettera formale e senza troppe accortezze.

Sbagliato. Alla stregua di quanto si faceva a scuola con le formule da usare per le missive a uno Spett.le, piuttosto che a un Illustrissimo, anche a redigere una lettera di presentazione si impara. Ed è un apprendimento fondamentale, perché il semplice invio di un curriculum, al netto delle competenze presenti, potrebbe non bastare a convincere un reclutatore a visionare il nostro piuttosto che un altro. Ecco perché la lettera diventa importante: in qualche modo è come fornire a chi assume le motivazioni giuste per le quali dovrebbe puntare su di noi.

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Innanzitutto il linguaggio: forbito, ben educato e rispettoso del Lei (o del Voi). Anche questo è importante: sapere a chi indirizzarla, avere un soggetto di riferimento e rivolgersi direttamente a lui (o a lei o all’ufficio in generale). Sapere chi si ha “di fronte” consentirà anche di decidere quale formula usare nell’intestazione. Nella precisione del linguaggio, tuttavia, non bisogna scadere nell’eccesso. Il contenuto deve essere breve e conciso, spiegante in poche parole chi siamo e perché si farebbe un buon affare inserendoci in organico.

Lettera di presentazione, consigli pratici: come scriverla e mandarla

In questo senso, ripetere le informazioni del curriculum può essere di troppo. Al massimo qualche citazione, rimandando all’allegato con il classico “Come da cv…”. Meglio puntare su fattori estemporanei ma apprezzati, come il dichiararsi flessibili con gli orari, desiderosi di apprendere, di sperimentare un’esperienza formativa per questo o quest’altro motivo.

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Far capire all’azienda di saperne abbastanza su di loro può dare un doppio vantaggio: far vedere un interesse concreto e dimostrare di essere informati. Anche per questo è bene non scadere nel qualunquismo o nelle frasi fatte. L’importante è entrare in empatia con l’azienda e rispondere a domande che, plausibilmente, ci farebbero loro. In sostanza, far capire loro che lavorare nell’azienda sarebbe importante per noi, a livello lavorativo, ma anche per loro a livello di dedizione. Ah, un’ultima cosa: prima di chiudere con cordialità, dichiararsi disponibili a un colloquio conoscitivo è sempre un buon incentivo.

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