Costretta a cambiare posto in aereo perchè donna: maxi risarcimento

La donna per ben due volte è stata costretta a cambiare posto in aereo. Ora un risarcimento le viene riconosciuto.

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Melanie Wolfsons, cittadina con doppia nazionalità, britannica e israeliana, per bene due volte in aereo, compagnia di volo Easyjet,  costretta a cambiare posto perchè poco gradita dal proprio vicino di poltrona. Un fatto assolutamente fuori ogni logica ma che ha visto per ben due volte la povera donna costretta ad essere allontanata dal posto assegnatole perchè malvista dal vicino di posta, qualcosa che sembra non aver alcun senso.

Succede, in pratica che la donna, in entrambi i casi si è trovata come vicino di posto un ebreo ortodosso, che non voleva assolutamente che una donna sedesse accanto a lui. Nel primo caso, dopo i primi screzi, il personale di volo ha trovato alla donna una nuova sistemazione all’interno dell’aereo. Nel secondo, dopo il classico battibecco, è stata la stessa donna ad evitare scenate o situazioni di disagio, allontanandosi e cercandosi un altro posto.

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Costretta a cambiar posto in aereo perchè donna: la posizione della compagnia

Il caso si è risolto in tribunale, con una battaglia legale tra la donna ed Easyjet. La donna convinta che la compagnia abbia violato con il suo comportamento la legge israeliana che non tollera discriminazioni di stampo razzista. Alla fine, la donna ha vinto, e sarà risarcita per la poco piacevole situazione in cui si è ritrovata per ben due volte. Situazione che ha creato disagio, incredulità e sgomento tra i passeggeri del volo.

Alla fine è arrivata anche l’ammissione di colpa da parte di  EasyJet. «Siamo pienamente consapevoli che alcuni uomini sono a disagio quando siedono accanto a una donna che non sia una familiare, a causa delle loro credenze religiose – ha spiega la compagnia aerea in una nota – le nostre politiche, però, prevedono che i passeggeri di sesso femminile non debbano cambiare di posto per il semplice fatto di essere donne. Tali politiche risultano violate e siamo disposti a risarcire la passeggera, oltre a migliorare le nostre politiche e la loro applicazione tramite una formazione aggiuntiva del nostro equipaggio”. Risarcimento, stimato in circa 18mila euro.

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