Dai Rolex a Khashoggi, pressing su Renzi: “Chiarisca i rapporti con bin Salman”

L’ex premier Matteo Renzi chiamato a far luce definitiva sulle relazioni con l’ereditiero saudita, specie dopo la divulgazione del rapporto dell’Intelligence Usa che ribadisce presunte responsabilità del principe nel caso Khashoggi.

Matteo Renzi
Photo by Franco Origlia/Getty Images

La lunga e buia epoca pandemica non fa dimenticare le mine vaganti che minacciano gli equilibri internazionali. Il caso di Jamal Khashoggi, il giornalista saudita entrato e mai uscito dal consolato del suo Paese a Istanbul, il 2 ottobre 2018, continua a far discutere. E dettagli sempre più inquietanti emergono, di volta in volta, dalle indagini che i servizi di intelligence hanno continuato a portare avanti, nonostante il difficilissimo periodo dell’emergenza sanitaria. L’ultima novità, infatti, sembrerebbe arrivare proprio da questa direzione.

Un rapporto desecretato dall’Intelligence degli Stati Uniti, infatti, confermerebbe che dietro l’uccisione di Khashoggi vi sarebbe effettivamente l’intervento dell’ereditario saudita, Mohammad bin Salman. Come da tempo in realtà era stato ipotizzato. Il rapporto in questione, a quanto sembra, durante l’amministrazione Trump sarebbe rimasto top secret ma che, ora, il governo del presidente Joe Biden ha scelto di divulgare, aggiungendo un ulteriore tassello al caso internazionale legato alla morte dell’editorialista del Washington Post.

Il “caso” Renzi

In questo senso, l’Italia c’entrerebbe poco o nulla. Tuttavia, anche in merito a quanto emerso dall’ultimo rapporto desecretato dai Servizi segreti americani, il mondo della politica italiana ha rigenerato il pressing su Matteo Renzi, leader di Italia Viva ma nel mirino per quel che riguarda il suo periodo trascorso a Palazzo Chigi, tra il 2014 e il 2016. Alleati e opposizioni, infatti, premono sull’ex premier perché chiarisca quali relazioni vi fossero tra il governo italiano e l’Arabia Saudita. Per inciso, con il principe ereditario bin Salman.

Oggetto della richiesta, in particolare, la partecipazione all’evento Neo-Renaissance di Riyad, avvenuto nel mese di gennaio (in piena crisi di governo, innescata proprio dal ritiro dei ministri di Italia Viva). In quell’occasione, l’ex premier ha di fatto intervistato il principe saudita, un evento che ha avuto ampia risonanza mediatica e che non ha mancato di creare un’ampia dose di polemiche. In particolare ora, viste le novità sul caso Khashoggi e, in qualche modo, la conferma che bin Salman avrebbe autorizzato l’uccisione del giornalista, che si era espresso criticamente sul governo di Riyad.

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Dai Rolex a Khashoggi, pressing su Renzi: “Chiarisca i rapporti con bin Salman”

Una vicenda che Renzi ha più volte detto di aver condannato a suo tempo. A parole e con i fatti, esprimendosi a favore dei giornalisti in pericolo di vita. Un concetto ribadito con un comunicato ufficiale, diramato proprio con lo scopo di spegnere le polemiche. Missione per nulla riuscita. Del resto, anche in passato Renzi si espresse favorevolmente sull’Arabia Saudita, apprezzandone i passi avanti sul piano del rispetto dei diritti umani e per l’impegno contro la minaccia terroristica. Tuttavia, ha tenuto a precisare che le forze politiche da lui sostenute non hanno mai ricevuto fondi da istituzioni straniere.

Al momento, però, la polemica non si ferma. E fra chi pressa per le dimissioni dalla carica di senatore e chi insiste affinché chiarisca apertamente quali fossero i rapporti con Riyad, si delinea anche la richiesta di definire, una volta per tutte, un episodio legato alla sua amministrazione. Nello specifico, la visita della delegazione di Palazzo Chigi a Riyad. Che avvenne con un fastoso ricevimento e si concluse con un omaggio di alcuni orologi di lusso (fra i quali vi sarebbero stati dei Rolex).

Doni che, legge alla mano, i delegati italiani non avrebbero potuto accettare (i doni ricevuti non possono superare i 150 euro). Il chiarimento che si chiede è sull’effettiva e completa restituzione dei regali, che dovrebbe tuttavia essere avvenuta. Una storia vecchia ma che torna a fare rumore.

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