[Guida] Quanto costa un conto corrente? Le spese fisse e variabili

Spesso chi si accinge ad aprire un conto corrente non presta attenzione all’informativa sui costi: in questa guida spiegheremo quali sono.

mav bancario

Secondo le statistiche, in media per una famiglia italiana il costo di un conto corrente si aggira attorno ai 340 euro all’anno in una banca tradizionale, mentre se la stessa famiglia decidesse di aprire un conto corrente online la spesa sarà di circa 58 euro all’anno.

Quando si apre un conto corrente, avere un quadro chiaro dei costi che andremo ad affrontare anche negli anni a venire, dovrebbe rivestire un ruolo fondamentale nel momento in cui si sceglie la banca a cui affidare i propri risparmi. La prima distinzione da fare è tra:

  • Costi fissi: il titolare del conto pagherà un canone mensile o annuale comprendente tutti i servizi base, quindi canone, bollo, invio estratto conto, domiciliazione utenze, costi carte.
  • Costi variabili: il titolare del conto corrente pagherà mensilmente una somma in base al numero e al tipo di operazioni effettuate, che riguardano i prelievi ATM, bonifici, pagamenti vari, quindi tutte le spese di gestione.

Andiamo quindi a capire meglio a cosa dobbiamo prestare attenzione quando analizziamo la gestione economica di un conto corrente.

Indicatore Sintetico di Costo

Da tenere in considerazione è l’Indicatore Sintetico di Costo, il quale serve al correntista per valutare il costo annuo del conto corrente. Il costo si ottiene dalla somma dei costi annuali, fissi e variabili, del conto corrente in base a indicatori definiti dalla Banca d’Italia.

Con tale strumento il correntista potrà avere un’idea chiara di quanto sarà oneroso il conto corrente che si appresta ad aprire. In tale documento saranno elencate tutte le spese e le commissioni che la banca andrà ad addebitare al correntista, senza però aggiungere gli oneri fiscali e gli interessi, che andranno maturando periodo per periodo e non possono essere indicati preventivamente.

I costi di apertura del conto corrente

L’apertura di un conto corrente è a titolo gratuito, a maggiore ragione se si tratta di conti correnti online. Ci sono dei casi in cui è previsto l’obbligo di effettuare un primo versamento per attivare il conto corrente, che non è da considerare un vero e proprio costo, ma piuttosto un deposito minimo che può portare con sé eventuali agevolazioni o promozioni da parte della banca.

Conto corrente: i costi di gestione

Rientrano nel computo dei costi di getione tutti i costi fissi e variabili che il correntista andrà a pagare per l’utilizzo del proprio corrente, in particolare:

  1. Canone mensile, trimestrale, semestrale, il quale può prevedere un numero limitato o illimitato  di operazioni, ciò dipende da cosa stabilito durante la sottoscrizione del contratto
  2. Spese per l’esecuzione delle operazioni, quindi costi per i bonifici, per la carta di debito e la carta di credito, pagamenti tramite POS, domiciliazione utenze, emissione assegni. Questa voce va attentamente valutata perchè varia a seconda della banca.
  3. Spese di invio dell’estratto conto, che equivalgono al costo della spedizione al proprio domicilio. Grazie ai conti correnti online e all’home banking tale costo è oramai sempre più raro.
  4. Spese di custodia titoli, tale costo varia in base ai titoli posseduti e alla banca presso cui sono custoditi.
  5. Spese postali nel caso la banca invii al correntista delle comunicazioni.
  6. Spese di liquidazione interessi o di chiusura periodica.
  7. Spese per il caso di massimo scoperto trimestrale.
  8. Eventuali spese di estinzione per chiusura conto corrente.
  9. Imposta di bollo sull’estratto conto, la quale sarà gratuita per i conti correnti con saldo annuale fino a 5mila euro. Per i conti correnti che superano questo limite l’imposta di bollo sarà di 34.20 euro. Nel caso di persone giuridiche l’imposta di bollo è di 100 euro. Molto spesso però è la banca che si fa carico di tale imposta.

Prelievo a un bancomat

La differenza tra costi di chiusura e costi di estinzione

Dal 2006, il Decreto Bersani consente ai correntisti di chiudere i propri conti correnti bancari senza sostenere nessun costo. Ci saranno però da sostenere delle spese di estinzione, che sono dei costi amministrativi richiesti dalla banca per chiudere il relativo rapporto contrattuale con il correntista.

La banca al momento della richiesta di chiusura del conto corrente dovrà compilare un estratto conto di chiusura, dal quale risultano tutti i movimenti registrati nel periodo precedente. All’interno di tale estratto conto troviamo le spese di gestione del conto dell’ultimo trimestre, l’imposta di bollo, eventuali interessi passivi, invio dell’estratto conto, bonifici, titoli, uso delle carte e le spese per pagamenti vari. Spese che il correntista dovrà provvedere a pagare.

Cosa sono i conti correnti a costo zero o a zero spese

Nell’era della digitalizzazione anche le banche si sono adeguate e hanno creato il conto corrente a zero spese. È una tipologia di conto che non prevede nessuna spesa di gestione, quindi senza canone e spese fisse, saranno calcolati solo gli eventuali oneri fiscali, per esempio l’imposta di bollo se la banca non se ne fa carico. Con questa tipologia di conto corrente il correntista potrà effettuare tutte le operazioni standard, compresi prelievi e versamenti, a titolo gratuito.

Se ci si chiede come faccia una banca a garantire i conti correnti gratuiti la risposta è semplice, infatti lavorando principalmente online, la banca stessa non dovrà sostenere nessun costo interno e potrà garantire ai propri clienti conti correnti a zero spese.

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