Secondo La Stampa, la versione completa della piattaforma potrebbe presto essere dietro pagamento. Uno spauracchio non da poco per le scuole.
Una storia complicata quella della didattica a distanza. Fin dagli esordi, proseguendo con la fase di adattamento, per finire a quella di ritorno alle lezioni in presenza, il sistema di insegnamento via web ha incontrato fisiologiche difficoltà . Ora, con la situazione ancora incerta ma, comunque andrà , con la necessità di risolvere alcune problematiche tecniche per far fronte a ogni evenienza, il quadro sembra complicarsi ancora di più. Il problema non è tanto la didattica a distanza in sé, quanto la piattaforma prediletta, G-Suite.
Secondo quanto filtrato in queste ore, infatti, sembra che la versione completa della piattaforma verrà presto messa a pagamento. Il che potrebbe complicare non poco le cose, anche perché tutte le funzionalità principali potrebbero di conseguenza subire questo passaggio.
LEGGI ANCHE >>> Whatsapp aggiorna la privacy: come saranno trattati tutti i nostri dati
LEGGI ANCHE >>> Fan di Facebook: dite addio al tasto “Mi piace”
La questione era stata affrontata da La Stampa, allertando non poco gli istituti scolastici. Anche perché, al di là degli aspetti generali, non è ancora ben chiaro se la mossa di Google per G-Suite avverrà davvero né in quali termini. Il preside di una scuola superiore di Genova, il professor Capizzi, interpellato da La Stampa aveva fatto sapere che il sistema di didattica a distanza “per il 2020 aveva la versione più completa della piattaforma, quella che permette di fare le lezioni ma anche le riunioni. Ora, invece, non è più così. Rimarrà gratis la versione Education che permette un numero più limitato di collegamenti”.
Da qui l’allarme, rosso fuoco: “Se dovranno essere gli istituti a sobbarcarsi queste spese, andranno in grave difficoltà . Serve un’interlocuzione tra le società informatiche e il Ministero”. Forse, però, anche qualora la novità andasse davvero in porto, potrebbe non essere così. Il Ministero dell’Istruzione, infatti, aveva elargito fondi ad hoc proprio per l’uso delle piattaforme. E resta in piedi l’ipotesi di una piattaforma unica e integrata. Il 2021 dovrà dare risposte anche in questo senso.