La chiromanzia è un’attività lecita.
A dichiararlo è il Consiglio di Stato che, con la decisione numero 4180 del luglio 2020, ha dichiarato che “finché la prestazione cartomantica viene offerta secondo la valenza predittiva-consolatoria e non come strumento realmente efficace e infallibile per la preveggenza del futuro e finché il corrispettivo pattuito conserva un ragionevole equilibrio allora la cartomanzia non integrerà l’ipotesi vietata della ciarlataneria, e potrà essere considerata attività lecita”.
Cio che è considerato illecito è il comportamento di chi chieda cifre evidentemente sproporzionate per un servizio che in sostanza non è nient’altro che un incoraggiamento.
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Cartomanti e maghi, attenzione alle truffe
Si ricade nel reato di truffa quando il colpevole prospetta un male immaginario nel caso la vittima non paghi quanto richiesto, e può essere punito con una pena fino a cinque anni di reclusione.
Le vittime sono per lo più casi di persone che per età, solitudine, condizioni di vita particolarmente difficile. Queste persone spesso si rivolgono a un sedicente mago e vengono convinte a cedergli parecchio denaro in cambio della soluzione di tutti i suoi problemi.
In alcuni casi particolarmente gravi, questi episodi possono sfociare nel reato di circonvenzione di incapace.
In questo caso, non è necessario che il soggetto passivo versi in stato di incapacità di intendere e di volere, essendo sufficiente anche una minorata capacitò psichica.