Ora si chiude tutto, il Governo ci fa ‘la festa’: cosa c’è da aspettarsi

Le immagini di assembramenti e folla giunte nelle ultime ore dalle grandi città hanno fatto aumentare il disappunto all’interno del Governo. Ed ora siamo alla vigilia di misure più drastiche per il periodo festivo.

assembramenti
Fonte: Pixabay

Rabbia e delusione. A Palazzo Chigi sembrano essere pronti a rendere il Natale ancora più blindato. Le immagini arrivate nelle ultime ore dalle vie dello shopping e dei centri storici delle città, con l’area di Fontana di Trevi a Roma chiusa ieri pomeriggio per assembramenti, ha fatto scattare l’allarme rosso nel Governo.

Si è quindi alla vigilia di un ulteriore inasprimento delle misure prese a ridosso del Natale con l’ala più rigorista del Governo che chiede a gran voce nuovi provvedimenti. Si parla di un’Italia zona arancione o zona rossa fino al nuovo anno. Da decidere se solo in determinate giornate o per più giorni e se si deciderà la stretta fino al 2 gennaio o fino al 6 visto che il prossimo 7 gennaio è previsto il ritorno in presenza di una gran fetta di popolazione scolastica.

Nel contempo però sembra esserci un’apertura per gli spostamenti tra i Comuni nei giorni del Natale e del Capodanno ma solo per questi territori sotto i 5000 abitanti e con un raggio di spostamento fino a 30 chilometri.

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Nuove misure anti assembramento, oggi i vertici a Palazzo Chigi

Insomma, le ipotesi in campo sono molte: dalla chiusura preventiva di strade e piazze a rischio dei centri storici alla riduzione dell’orario di attività di bar, ristoranti e negozi fino ad ulteriori provvedimenti sugli spostamenti tra regioni con, ricordiamolo, il blocco che partirebbe già da lunedì prossimo.

Oggi, intanto, sono previste una serie di riunioni a Palazzo Chigi. Con il premier Giuseppe Conte si riuniranno i capi delegazione della maggioranza (Pd, LeU, Italia Viva e M5S) e gli esperti del Comitato tecnico scientifico . Presenti anche i ministri competenti ovvero il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, quello degli Affari Regionali, Francesco Boccia ed il ministro della Salute, Roberto Speranza.

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