Alcolismo. L’Istituto Europeo per il trattamento delle Dipendenze (IEuD) ha registrato una crescita esponenziale del consumo di bevande alcoliche durante il lockdown.
L’alcolismo è una sindrome patologica caratterizzata da un consumo compulsivo di alcol, a scapito delle relazioni sociali del bevitore, della sua posizione sociale e della sua salute.
La solitudine è una delle cause di questa malattia e il lockdown non ha di certo aiutato chi soffre di questa patologia.
In merito al consumo di alcolici durante il periodo del lockdown, il l dottor Giovanni Galimberti, direttore del Sert di Monza ha dichiarato che «L’aumento del consumo di alcolici durante il lockdown si evince chiaramente dai dati delle vendite diffusi a livello nazionale e il nostro territorio non fa eccezione. Si parla di un aumento del 180%, anche grazie alle consegne a domicilio (…) L’alcol è senza dubbio la sostanza, dalle proprietà falsamente auto-medicative, più facilmente reperibile e accessibile a tutte le tasche».
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Aumentano i casi di alcolismo: boom di accessi dopo maggio
Il lockdown, come abbiamo detto, ha aumentato il consumo di alcol sia per coloro che già ne abusavano ma anche per “i nuovi consumatori”.
Dai dati raccolti dallo IEud risulta che l’alcolismo sia diffuso tra il 75% dei maschi con un età media, per entrambi i sessi, di 44 anni.
E’ importante sottolineare che la curva Gaussiana è piuttosto piatta, ovvero abbiamo soggetti di 70 anni come giovani di 25/26.
Dai dati emerge che una parte degli alcolisti è costituita da coloro che abitualmente fanno uso di sostanze stupefacenti e durante il lockdown, per la difficoltà di reperirle, hanno ripiegato almeno in parte sull’uso di alcol, sempre facilmente recuperabile anche con una spesa contenuta.
Rilevanti sono i dati di coloro che non hanno mai avuto alcuna dipendenza da sostanze stupefacenti o alcol, ma che durante i duri mesi passati, hanno avuto importanti problemi psicologici, che li ha condotti al consumo di alcol.
Galimberti, con riferimento a Monza, dichiara che «…sono stati 160 gli accessi totali ai nostri servizi post lockdown, compresi di nuovi soggetti, ricaduti nella dipendenza e altri che hanno virato da altre dipendenze. Di questi sono 96 i nuovi mai conosciuti prima», sottolinea. «Al di là del numero assoluto, a preoccuparmi maggiormente è stato proprio il boom di accessi appena terminate le restrizioni, ovvero tra maggio e giugno».
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