Covid: 25 imprenditori non ci sono più, ancora suicidi in lockdown

Cresce nettamente rispetto al 2019, il numero dei suicidi: complice il lock-down, gli imprenditori si arrendono.

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Sono numeri impietosi, a dimostrazione che dove non è il Covid ad uccidere direttamente, lo possono invece fare le decisioni prese per scongiurarlo, il virus. Il lock-down di marzo-aprile ha messo letteralmente in ginocchio migliaia di attività e di imprenditori e gli aiuti del governo, laddove sono arrivati, non sono bastati a rimettere in piedi l’economia perduta.

Alcuni non ce l’hanno fatta: si sono tolti la vita con un macigno talmente enorme sulle spalle, da non poterlo più reggere. Attività chiuse, dipendenti a casa, famiglie rovinate, debiti da pagare. Poi la ripresa estiva e la nuova mazzata d’autunno. Colpi che non tutti sono riusciti a sopportare. E’ molto più semplice fare un disegnino colorando di arancione, rosso o giallo le Regioni d’Italia, che sopportare un danno economico tanto grande.

Di suicidi non si dovrebbe parlare, per evitare i rischi di emulazione. Ma quando i dati si fanno drammatici, forse è meglio farlo per il motivo contrario, per dare coraggio a chi crede di non farcela.

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25 imprenditori non ci sono più

L’ultimo tragico epilogo che riguarda gli imprenditori piegati dal lock-down, ri guardava Antonio Nogara, di Napoli, morto suicida perché oppresso dalle preoccupazioni e dalle difficoltà di una crisi che in questi mesi non aveva risparmiato neppure la sua impresa, i dipendenti e le sue responsabilità come titolare d’azienda.

Solo una delle tante storie drammatiche di questi mesi e l’Osservatorio ”Suicidi per motivazioni economiche” della Link Campus University, lancia l’allarme. L’osservatorio studia il fenomeno delle morti legate alla crisi e alle difficoltà economiche, ha preso il via  nel 2012. “Quella che osserviamo è una tragedia nella tragedia in cui alle già tante vittime del Coronavirus occorre sommare i tanti, troppi suicidi legati agli effetti economici dell’emergenza sanitaria”,  ha dichiarato Nicola Ferrigni, professore associato di Sociologia generale e direttore.

I dati: dall’inizio dell’anno sono già 42 i suicidi, di cui 25 quelli registrati durante le settimane del lock-down forzato; 16 nel solo mese di aprile. “Questa ‘impennata’ risulta ancor più preoccupante se confrontiamo il dato 2020 con quello rilevato appena un anno fa: nei mesi di marzo-aprile 2019, il numero delle vittime si attestava infatti a 14, e il fenomeno dei suicidi registrava la prima vera battuta d’arresto dopo anni di costante crescita”.

Le vittime, secondo gli ultimi dati, sono per lo più imprenditori: 14, sul totale dei 25 casi registrati nel periodo del blocco.

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