L’inviato veneto di Striscia la Notizia, Moreno Morello, ha effettuato una inchiesta sulla regolarità o meno di chi opera nel settore dell’efficienza energetica degli edifici legato al Superbonus 110%.
Si parla molto in questi giorni del Superbonus 110% messo in campo per favorire i consumi ed aiutare le imprese operanti nel settore dell’edilizia e dell’efficienza energetica degli edifici.
Ebbene, la trasmissione Striscia la Notizia, sembra aver messo in luce una falla circa le specifiche tecniche esposte da una azienda per un determinato prodotto. “Grazie a delle nanoparticelle brevettate c’è un’azienda che da tempo-asserisce Morello– si dice in grado di di sostituire il voluminoso cappotto con cui vengono rivestiti gli edifici con pochi millimetri di materiale nanotecnologico.
Morello spiega che i tecnici che devono predisporre i progetti devono fare calcoli giusti con dati reali “l’ingegnere Pepe-spiega Morello nel servizio andato in onda- ha studiato il prodotto di questa azienda e come altri segnalatori ha notato uno strano valore ovvero la conducibilità termica che più bassa è meglio è, e nel caso di specie è bassissima”. L’ingegnere Domenica Pepe spiega:“Una conducibilità così bassa se fosse effettivamente certificata sarebbe a dir poco prodigiosa”.
L’azienda di cui si occupa Striscia la Notizia, sottolinea Morello, dice che loro vantano valori anche dieci volte migliori rispetto dal altri isolamenti nanotecnologici, valori certificati da test di laboratori.
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Superbonus 110%, l’inchiesta di Striscia la Notizia. Cosa non quadra
L’inviato Morello sente allora i laboratori che hanno effettuato questi test. Un laboratorio tedesco spiega che “il laboratorio ha misurato un pannello isolante sottovuoto con un sottile rivestimento materiale nanocomposito. E’ il pannello sottovuoto che svolge la funzione principale ma nella scheda tecnica non è indicato. Quindi si ha l’impressione che sia il prodotto da solo ad avere una conduttività così bassa ma non è stato dimostrato”.
Morello spiega che ciò va dimostrarlo perchè, se ci fossero dei controlli postumi, ad essere sanzionato potrebbe essere in prima battuta il contribuente con sanzioni fino al 200% in caso di errori.
Secondo laboratorio. L’ingegnere Silvia Collepardi, direttore del laboratorio Enco srl, spiega “no non ce ne siamo occupati noi. Abbiamo fatto altre prove ma non quelle.”
Un terzo laboratorio conferma le tesi delle altre due ed aggiunge:“i nostri laboratori non hanno nemmeno le attrezzature per effettuare tale misura”.
Morello allora decidere di andare dall’azienda in causa ma la troupe viene respinta. Morello spiega di aver scoperto che tempo fa l’azienda per testare i propri prodotti si era avvalsa di un altro laboratorio di Vicenza che dice:“Ci hanno fatto testare – asserisce il dott. Francesco Rizzi, responsabile laboratorio CMR– un pannello sottovuoto e poi abbiamo riscontrato da telefonate ricevute dai clienti che i dati ottenuti che sono eccezionali li riportavano per altri tipi di materiali come rasature o finiture”.
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