Covid, i tassisti gridano la loro rabbia “Non abbiamo soldi per fare benzina”

Sciopero tassisti, oggi fermo nazionale delle auto bianche e manifestazioni dinanzi ai ministeri dell’Economia e dei Trasporti:”Non abbiamo più nemmeno i soldi per il carburante”.

sciopero tassisti
Image by MichaelGaida from Pixabay

Partito questa mattina lo sciopero nazionale dei tassisti che chiedono al Governo e ai ministeri competenti aiuti finanziari concreti per fronteggiare il blocco totale del servizio.

Un comparto praticamente in ginocchio a causa delle restrizioni adottare per far fronte all’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19. L’unione del blocco del turismo e quello totale dei consumi interni hanno reso difficile la vita ad un settore in sofferenza già fin dal primo lockdown.

Tutte le organizzazioni sindacali del comparto Taxi spiegano che in questi oramai otto mesi, dove la crisi economica non ha subito sensibili positivi mutamenti, hanno atteso vanamente significativi aiuti che sarebbero dovuti arrivare come riflesso degli accordi interstatuali presi in sede d’Unione Europea.

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Sciopero tassisti “Il Governo ci ascolti, abbiamo bisogno di aiuto”

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In questo quadro sollecitano l’inserimento di interventi basilari non più differibili tra cui:

-un intervento economico di compensazione che su base trimestrale, analizzando i corrispettivi mensili tra l’anno 2019 e quelli attuali, vada ad integrare la differenza almeno fino a Marzo 2021.

-a fronte dell’indebitamento che si è determinato per gli operatori del servizio pubblico taxi, l’istituzione di un fondo rotativo pari a 10.000 euro per ogni titolare di licenza, restituibile in 60 mesi senza interessi, con rateo a partire dai 12 mesi successivi all’erogazione.

-Istituzione di un sostanziale “Buono Taxi” per le fasce deboli della popolazione, per un importo di 50milioni al mese, la cui ripartizione sia esclusivamente in funzione del numero delle licenze taxi presenti nei vari comuni.

-lo sgravio totale dei contributi INPS dell’anno 2020 previsti per i soggetti artigiani istituiti all’art. 7 della legge 21 del 15 gennaio 1992 e s.m., per i titolari di licenza taxi che esercitano in forma di impresa artigiana di trasporto pubblico non di linea di persone, divenendo oneri figurativi a carico dello Stato, per tutto il 2020.

-il mantenimento della cassa integrazione in deroga per i soggetti di cui all’art 7 della Legge 21 del 15 gennaio 1992 almeno fino a marzo 2021.

-la sospensione dell’inserimento dei contribuenti nell’ambito dei soggetti ad accertamento con codice ATECO 493210, per sforamento dei parametri ISA 2020.

-per le cooperative di produzione e lavoro che hanno le licenze taxi conferite, si richiede lo sgravio totale dei contributi previdenziali INPS e INAIL previsti per i propri lavoratori dipendenti.

-la sospensione, per tutto l’anno 2020, siano esse imprese artigiane o cooperative di lavoro e produzione, di ogni rata di mutuo o di finanziamento.

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