Smart working nella PA: cittadini e dipendenti approvano il cambiamento

Smart working e PA: dipendenti e cittadini preferiscono il digitale. Per il 57% degli italiani la PA è più digitale dopo l’emergenza e per il 53% è più efficiente.

Smart working e PA
Foto di Junjira Konsang da Pixabay

Cittadini e dipendenti approvano il cambiamento digitale realizzato con l’implementazione dello smart working per i servizi della Pubblica Amministrazione.

Il sentiment emerge dalla ricerca “La PA oltre il Covid” presentata in apertura di FORUM PA 2020 Restart Italia. Per gli italiani il Covid19 sta cambiando la PA: per il 57% è più digitale dopo l’emergenza, per il 53% più efficiente con lo smart working.

Sia per gli utenti che per i dipendenti pubblici servono nuovi profili e competenze nella PA per gestire le risorse del Recovery Fund. La gestione dei fondi europei deve essere inoltre centralizzata. Secondo gli italiani le priorità per l’utilizzo del Recovery Fund devono essere salute e istruzione-formazione.

La ricerca è stata realizzata attraverso un’indagine demoscopica condotta in collaborazione con l’Istituto Piepoli su un campione di 1000 persone. In esame è stata presa anche una seconda indagine su oltre 2000 persone che compongono il PanelPA della community di FPA. Il tutto per mettere a confronto le opinioni di utenti e dipendenti pubblici sul ruolo della PA nella emergenza e ripresa.

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Smart working e PA: via libera da cittadini e dipendenti

Smart working e PA
Foto di Karolina Grabowska da Pixabay

Dall’indagine demoscopica, la maggioranza degli italiani – il 57% degli intervistati – evidenzia come fatto positivo una PA diventata “più digitale”. Questo per la la possibilità di accedere ai servizi in maniera più facile e veloce. Il 21% lo evidenzia come fatto negativo (non ha competenze o strumenti per usare questi servizi), il 6% ininfluente; solo il 9% non vede una PA più digitale.

Secondo la maggioranza degli italiani, il 53%, lo smart working è un’opportunità per un’amministrazione più efficiente e moderna, quota ben superiore al 29% che lo considera un rischio per l’assenteismo e comportamenti opportunistici.

Tra le istituzioni pubbliche impegnate nella gestione dell’emergenza gli italiani mettono al primo posto le strutture sanitarie (ne è soddisfatto il 67%), poi i Comuni (60%), le Regioni (60%) e più in basso le istituzioni nazionali (56%).

Anche per i dipendenti pubblici la gestione degli strumenti di finanziamento del Recovery Fund dovrà essere preferibilmente centralizzata dal Governo, con una cabina di regia a Palazzo Chigi per il 60,2%. Mentre una minoranza preferirebbe affidarla alle Regioni (23,1%) o a livello locale (16,7%). Lo smart working è stato un fatto positivo, ma i dipendenti pubblici non vedono ancora un nuovo orientamento ai risultati: per il 42,8% la pratica della valutazione non è cambiata, per il 44,6% non ci sono ancora cambiamenti in questo senso ma segnali di miglioramento, solo il 12,6% vede un reale cambiamento.

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