Il Covid si abbatte sull’occupazione femminile: su 100 posti persi 56 sono donne

Covid e occupazione femminile: una crisi senza fine. Il 55,9% dei posti di lavoro persi per la crisi è donna. Tra il secondo trimestre 2019 e quello del 2020, 470 mila occupate in meno (-4,7%).

Covid occupazione femminile
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Sono sempre le donne le più penalizzate dalla pandemia. Il rapporto tra gli effetti del Covid e l’occupazione femminile fa registrare una crisi senza fine. Il bilancio degli effetti prodotti dal Covid-19 sul mercato del lavoro femminile è molto negativo. Tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso del 2020 si sono registrate 470 mila occupate in meno. Su 100 posti di lavoro persi, in tutto 841 mila, quelli femminili rappresentano il 55,9%. L’occupazione maschile, infine, ha dato prova di maggior tenuta registrando un decremento del 2,7% con 371 mila occupati.

È quanto emerge dal focus “Ripartire dalla risorsa donna” della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. La maggiore contrazione di lavoro femminile si registra nell’occupazione a termine, nel lavoro autonomo, nel part-time e nel settore dei servizi ricettivi e ristorativi.

Covid e occupazione femminile: donne sempre più penalizzate

Covid occupazione femminile
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La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sottolinea come l’impatto nel primo semestre suoni già come un campanello d’allarme per l’occupazione femminile. L’esperienza vissuta durante il lockdown primaverile le ha viste gestire un sovraccarico di lavoro imponente. Da un lato sono state più impegnate nel lavoro dovendo garantire servizi essenziali. Molte donne infatti hanno un forte tasso di occupazione in scuola, sanità e PA. Dall’altro lato, con la chiusura delle scuole hanno garantito la presenza al lavoro e assistito i figli nella didattica a distanza.

Un elevato livello di stress per quasi 3 milioni di lavoratrici con un figlio a carico con meno di 15 anni. L’home working e la scarsa flessibilità organizzativa di molte realtà lavorative hanno reso difficile conciliare vita e lavoro.

Aumenta la tendenza ad allontanarsi dal lavoro, rinunciando anche alla ricerca di un’occupazione. E’ stato registrato infatti tra giugno 2019 e 2020 un incremento di 707 mila inattive. “Le donne apportano un contributo rilevante all’occupazione in termini di qualificazione e competenza”, dichiara il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca. La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sottolinea, infine, come nelle professioni intellettuali il 54% degli occupati è donna.

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