Teoricamente, i nuovi limiti e cause di esclusione del regime forfetario dovrebbero essere già in vigore, ma permangono dei dubbi. Per questo motivo, in un comunicato stampa datato 28 gennaio 2020 da parte di ANC e ADC (Associazione Dottori Commercialisti) sono stati chiesti chiarimenti all’Agenzia delle Entrate. In attesa di risposta, vediamo il perché la questione è stata sollevata.
Il regime dei contribuenti forfettari modificato dalla Legge di Bilancio 2020 prevede una stretta sull’accesso al regime stesso, oltre ad un vincolo su compensi o ricavi fino a 65.000 euro, il quale deve rispettare due requisiti:
Le spese sostenute per collaboratori, dipendenti e lavoro accessorio non devono superare i 20.000 euro lordi.
Nel 2019 i redditi percepiti dal lavoro dipendente o assimilabili ad esso non devono eccedere i 30.000 euro. Tale soglia diventa però irrilevante nel caso in cui il rapporto di lavoro è cessato.
L’accertamento per i contribuenti che presentano un fatturato annuo costituito da sole fatture elettroniche viene ridotto di un anno. In pratica, uno stimolo non vincolante all’utilizzo della fatturazione elettronica.
Forfettari e operatori si stanno adesso chiedendo quando entrerà in vigore la stretta. Se, da un lato, c’è chi afferma che le modifiche sono già in vigore dal 1° gennaio, dall’altro qualcuno afferma che slitterebbero al periodo d’imposta successivo a quello in cui si verifica la causa ostativa al regime forfetario, e per una ragione precisa: i 60 giorni intercorrenti tra l’approvazione di una modifica normativa e l’effettiva applicazione, sanciti all’interno dello Statuto dei contribuenti. Considerando che la Legge di Bilancio è stata approvata il 31 dicembre, i 60 giorni non sono ancora decorsi.
Adesso bisogna soltanto attendere che l’Agenzia delle Entrate si esprima ufficialmente.