I colossi del settore energetico-petrolifero ad occupare i primi posti nella classifica dei gruppi industriali italiani sono Eni, con un fatturato di 75,8 miliardi di euro, Enel (73,1 miliardi) e Gse (32,3 miliardi).
Nel settore bancario, irraggiungibile è la posizione occupata da UniCredit e Intesa Sanpaolo, rispettivamente con 828 e 778,6 miliardi di euro di attivo. Dietro, Cassa Depositi e Prestiti (370 miliardi di euro) e Banco BPM (159,2 miliardi di euro).
Questi dati provengono dall’aggiornamento annuale degli studi portati avanti da Mediobanca sulle principali società italiane. Le aziende vagliate sono state 3.452, suddivise per settore. Sono stati analizzati i bilanci di 2.577 società industriali e di servizi, 28 società di leasing, 247 holding, 40 factoring e di credito al consumo, 27 sim, 422 banche e 111 assicurazioni.
Mediobanca non si è fermata ai bilanci, ma ha anche considerato altri fattori. La maggior parte dei dipendenti è dislocata presso Poste Italiane (134.000 unità); a seguire, Ferrovie dello Stato (82.944 unità), Luxottica (82.358) e Edizione (82.100). I debiti finanziari maggiori appartengono ad Enel (56 miliardi nel 2018), con utili però di 8,6 miliardi di euro. Alle spalle della società elettrica c’è Eni, con utili intorno ai 7,5 miliardi, e Poste, i cui utili nel biennio 2017-2018 sono pari a 2,1 miliardi di euro.
Nell’ambito del settore bancario, rilevante resta la qualità del credito. Nell’ultimo triennio le banche hanno ridotto il numero di crediti deteriorati nei loro bilanci: dai 198 miliardi del 2015 agli 86 miliardi del 2018. Nel settore assicurativo, domina incontrastata Generali, i cui premi lordi ammontano a 65,2 miliardi di euro. A seguire, Poste Vita e Unipol, rispettivamente con 16,8 e 12 miliardi di euro.