Il Fisco va a caccia di evasori con l’evasometro

In mancanza di direttive chiare da parte del governo, l’Agenzia delle Entrate è stata costretta a sperimentare nuovi modi per combattere la piaga dell’evasione fiscale.

Per le persone fisiche, ad inizio agosto, è partito il controllo incrociato tra dichiarazioni e movimenti bancari mensili e annuali. Una sperimentazione che potrebbe entrare a pieno regime quando si insedierà un nuovo esecutivo.

Insieme al redditometro, il nuovo strumento di controllo chiamata “evasometro” riuscirà a scovare gli evasori con pochi margini di errore. Gli organi preposti al controllo hanno a disposizione un database consistente, all’interno del quale ci sono tutte le comunicazioni bancarie e tanti altri dati.

Naturalmente, i contribuenti che verranno sottoposti al controllo incrociato dei dati hanno diritto a determinate tutele, come il contraddittorio, un invito da parte dell’Agenzia delle Entrate a comparire di persona o tramite rappresentanti e fornire dati utili all’accertamento oppure avviare il procedimento di adesione.

Una volta ottenuta l’autorizzazione da parte del Garante della Privacy, il passo successivo è la messa a punto di un algoritmo capace di rintracciare e segnalare gli scostamenti di una certa rilevanza. Già precedentemente attivato per le società, l’evasometro potrebbe però creare un certo allarme sociale se il suo utilizzo non verrà fatto in modo corretto. Ecco perché l’Agenzia delle Entrate sta vagliando tutte le modalità ideale onde evitare di colpire i contribuenti innocenti.

Quali sono gli elementi utili a stabilire la presenza di evasione? Fondamentalmente cinque: i flussi mensili in entrata e uscita, le giacenze medie, i saldi iniziali e finali a fine anno. Nel caso in cui l’algoritmo che verrà utilizzato individuerà scostamenti di una certa rilevanza e privi di giustificazione, scatteranno le verifiche. Sarà poi premura del contribuente presentare dati e documentazioni per spiegare il perché delle eventuali anomalie.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, con l’evasometro verranno recuperati dai 10 ai 15 miliardi di contributi non versati.

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