UBS versa al Fisco 101,8 milioni. Intanto, il Governo continua a lavorare sulla flat tax

In confronto ai 1,25 miliardi pagati da Gucci potrebbero sembrare poca roba, ma 101,8 milioni di euro sono comunque una boccata d’ossigeno. La somma, a favore del Fisco italiano, è stata pagata dalla banca elvetica UBS tramite atti d’adesione con l’Agenzia delle Entrate e riferiti al periodo 2012-2017. In più, l’accordo stipulato da entrambe le parti ha formalizzato la presenza di UBS nel nostro Paese per le prossime annualità d’imposta. Quindi, la banca si impegnerà a presentare le dichiarazioni, garantendo le entrate tributarie a favore del Fisco.

L’accertamento chiude una lunga e complessa indagine, portata avanti dal Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate e della Procura di Milano, e che ha riguardato le mancate dichiarazione dei redditi di capitale e di impresa, a cui si sono aggiunti le sanzioni per la violazione degli obblighi sul monitoraggio fiscale.

Intanto, il Governo continua a lavorare sulla flat tax, che dovrebbe favorire i redditi compresi tra i 28.000 e i 55.000 euro. Secondo Massimo Bitonci, sottosegretario dell’Economia, nelle prossime settimane i modelli da diffondere dovrebbero essere pronti. La tassa piatta sarà compresa nella prossima Manovra.

Quanto detto sopra sarà ad appannaggio soprattutto del ceto medio, il quale attualmente paga un’aliquota media del 24%. Per milioni di italiani, la quota Irpef scenderà di conseguenza. Lo sconto dovrebbe essere anche ad appannaggio di chi ha redditi tra i 15.000 e i 35.000 euro, che pagano a tutt’oggi il 16-17% di tasse.

“IVA e Irpef dovrebbero garantire maggiori entrate, che verranno meglio quantificate a settembre”, ha affermato Bitonci. “Inoltre, la spending review dovrebbe garantire alcuni miliardi. Stiamo anche lavorando sul tax expenditures, non per cancellarlo ma per semplificarlo poiché negli ultimi anni le continue agevolazioni hanno generato costi di un certo peso”.

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