Reddito di cittadinanza: tutto ciò che non si può comprare con la card

Dopo averne parlato in lungo e in largo, finalmente è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo con tanto di elenco di beni e servizi che non è possibile acquistare con la card del Reddito di cittadinanza. Si tratta di una sorta di “lista della spesa” definita dal Ministero del Lavoro col supporto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, e a cui tutti i percettori del sussidio devono fare riferimento per utilizzare a regola d’arte questo strumento di sostegno al reddito.

Intanto la normativa dice che il reddito di cittadinanza va speso tutto entro il mese successivo a quello di erogazione, altrimenti il percettore incorrerà in un taglio del 20% del valore residuo. Inoltre, quasi l’intero ammontare dovrà essere speso solo tramite card, per cui a livello di contante si potranno prelevare non più di 100 euro al mese. Per quanto riguarda gli acquisti ammessi, invece, il governo ha messo a punto la lista proprio in questi giorni, per cui ora non ci sono più scuse su cosa si può e su cosa non si può comperare col reddito di cittadinanza.

Non si possono acquistare, per esempio, biglietti della lotteria, gratta e vinci, materiale pornografico, gioielli, pellicce e armi. Vietato poi l’acquisto, il noleggio e anche il leasing di navi e imbarcazioni da diporto, così come è vietato l’accesso ai servizi portuali. Altri divieti riguardano i servizi assicurativi, creditizi, finanziari e di trasferimenti di denaro, il che significa che, per esempio, il reddito di cittadinanza non può essere utilizzato per assicurare la propria auto. Infine, nessuna possibilità di utilizzare il sussidio per accedere a club privati e per effettuare acquisti in gallerie d’arte e affini.

Ma non è finita qui, perché la normativa prevede che le card siano automaticamente predisposte per non consentire di essere utilizzate presso “esercizi prevalentemente o significativamente adibiti” alla vendita dei prodotti vietati. Le card, inoltre, non funzionano neppure all’estero né nell’ambito degli acquisti online e dei servizi di direct marketing. Sul pelo si sono salvati elettrodomestici e prodotti elettronici, che inizialmente avrebbero dovuto rientrare nella lista degli acquisti vietati ma che poi, anche grazie al pressing della Aires, sono riusciti a salvarsi dalla stretta. Dopotutto, ha detto Aires, “questi sono beni che si configurano ormai come essenziali”.

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