Alitalia, ecco l’ipotesi in campo per il rilancio

E’ molto probabile che alla fine, per il caso Alitalia, arriverà una proroga del termine per la presentazione dell’offerta vincolante. A poche ore dal 30 aprile, che in teoria sarebbe la data ultima entro cui gli attori interessati all’acquisizione dovranno farsi avanti, spunta l’ipotesi proroga.

Il fatto è che alla compagine azionaria della cordata mancano diversi elementi e, per questo, fonti vicine al dossier affermano che si starebbe paventando l’ipotesi di un rinvio. Rinvio che potrebbe non necessariamente essere lungo, ma durare anche solo due settimane, e che potrebbe persino non esserci qualora nelle prossime ore si dovesse registrare un’accelerazione che permetta di tagliare il traguardo già per domani, martedì 30 aprile.

Allo stato attuale, però, lo scenario che va per la maggiore è proprio quello di un rinvio: una cordata ancora priva di una equity e, soprattutto, dei requisiti che normalmente vengono richiesti in un’operazione di mercato, non può che far propendere su questo tipo di soluzione.

Ma chi c’è in campo sul caso Alitalia? La possibilità di un’entrata a gamba tesa del gruppo Toto, per mezzo della società Renexia, sembra rientrata. In ogni caso, il gruppo del fondatore di Air One non avrebbe avuto contatti con gli advisor e neppure con Fs, il cui ruolo è quello di essere “polo aggregatore” della compagnia che nascerà.

Al momento, se si prendono in considerazione le partecipazioni di Fs, Delta Air Lines e Mef, la compagine azionaria può dirsi completata fino al 60% del totale, ed è fondamentalmente questa la ragione per cui gli investimenti rimangono decisamente inferiori rispetto alla quota complessiva di cui si è sempre parlato, vale a dire 1 miliardo di euro.

In particolare, le Ferrovie sarebbero pronte a fare il loro ingresso con una quota non superiore al 30%, mentre Delta sarebbe disposta a mettere sul tavolo il 15%, che è la stessa quota prevista per il Mef. Per il rimanente 40%, dunque? Battisti, ad di Fs, ha più volte ribadito che il “Progetto Az” debba essere frutto di un’operazione di mercato, oltre che di un progetto prettamente infrastrutturale.

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