Nel bolognese (e non solo) finte coop eludevano il fisco

Anche se il lavoro veniva ugualmente svolto, a realizzarlo erano alcuni lavoratori che risultavano soci di sei cooperative di logistica e facchinaggio ma in realtà non lo erano. Invece, risultavano alle dipendenze dalla Platinum Srl di Castel Maggiore, la quale si assicurava le commesse e sfruttava in modo illecito le agevolazione previste dalla legge per il sistema cooperativo. Grazie ad un’indagine da parte della Guardia di Finanza, questo sistema truffaldino è venuto alla luce.

Nei giorni scorsi, sono stati sequestrati in via preventiva beni mobili e immobili, conti correnti bancari, per un ammontare di 8,1 milioni di euro.

Sono 17 le persone denunciate da parte del 1° Nucleo operativo metropolitano delle fiamme gialle, tutte appartenenti alla Platinum, tra cui anche l’Amministratore Delegato. I reati fiscali sono emissioni di fatture per operazioni mai avvenute, indebita compensazione delle imposte, omissione del versamento delle ritenute applicate ai lavoratori e, naturalmente, truffa ai danni dello Stato.

La Finanza è riuscita a ricostruire il periodo 2012-2016, grazie al contributo di testimonianze degli addetti ai lavori. Le sei cooperative, geograficamente dislocate nella zona di Bologna e in varie zone d’Italia, erano tutte intestate a prestanome. Nonostante contassero 569 addetti, le cooperative non erano mai state tali, in quanto mancanti di quei requisiti necessari per agire in tal senso.

La truffa funzionava così: la Platinum aveva elaborato le buste paga, scaricando poi sulle cooperative il costo del lavoro, sobbarcandole di debiti e garantendosi ingenti risparmi sulle imposte dirette e indirette, sui contributi previdenziali e assistenziali. In termini numerici, circa 11 milioni di euro. Inoltre, molti lavoratori erano stati assunti più volte dalla varie cooperative, con posizioni contributive dall’ammontare di 1.190.

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