Pensioni, Quota 41 per tutti: il prossimo obiettivo del governo

Il governo non ha intenzione di fermarsi a Quota 100: la riforma sulle pensioni potrebbe spingersi persino oltre. L’idea del governo è infatti quella di mantenere Opzione Donna e di far andare a regime Quota 100, ma in prospettiva anche di istituire la cosiddetta Quota 41 che, nel caso in cui dovesse venire approvata, renderebbe l’accesso alla pensione ancora più facilitato di quanto non sia ora.

Fino a questo momento sono state circa 50mila le richieste di lavoratori intenzionati ad aderire a Quota 100 e quindi disposti a rinunciare a una parte dell’assegno pur di lasciare il mercato del lavoro prima dei normali termini. Proprio per questo il governo a guida Lega-Movimento 5 Stelle starebbe pensando di andare avanti in questa direzione introducendo, così come era stato annunciato, la famigerata Quota 41.

Con Quota 41 gli italiani potrebbero andare in pensione semplicemente dopo aver accumulato 41 anni di contribuzione, indipendentemente quindi dall’età anagrafica. Si tratterebbe della prima e unica forma di accesso alla pensione che di fatto non tiene conto dell’età anagrafica (tutte le altre possibilità, infatti, dall’Ape a Quota 100, prevedono tra i loro requisiti il raggiungimento di una data età anagrafica).

C’è da dire però che una Quota 41, seppur ricca di paletti, è già stata introdotta nel maggio 2017. Ora come ora la Quota 41 in vigore è valida solo per chi ha lavorato per almeno 12 mesi (anche se non continuativi) prima dei 19 anni, per cui parliamo di uno strumento che al momento si applica ai cosiddetti lavoratori precoci. Inoltre la Quota 41 in vigore stabilisce che a questa possibilità possano aderire non proprio tutti i lavoratori, ma soltanto alcune categorie meritevoli di maggior tutela.

A grandi linee, per poter accedere già ora a Quota 41, bisogna rientrare in almeno una delle seguenti casistiche: essere in disoccupazione e non percepire l’indennità da almeno tre mesi, essere lavoratori a cui sia stata riconosciuta un’invalidità civile per almeno il 74%, essere lavoratori che da almeno sei mesi assistono un parente o un coniuge con handicap; e poi ancora possono rientrare in Quota 41 i lavoratori notturni e i lavoratori che svolgono mansioni considerate usuranti, così come possono accedervi i soggetti che negli ultimi sette anni abbiano svolto un lavoro piuttosto gravoso (come operai attivi nell’edilizia, per esempio).

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