La Chiesa deve pagare l’Ici arretrata: governo chiamato a riscuotere 5 miliardi

Il 14 febbraio, quest’anno, non sarà solo il giorno di San Valentino, ma anche la data a partire dalla quale lo Stato italiano sarà titolato a dare corpo ad una delle sentenze della Corte di Giustizia europea senz’altro più chiacchierate. Sentenza che, lo ricordiamo, impone il pagamento, da parte della Chiesa, dell’Ici mai versata sugli immobili destinati, anche se solo in parte, ad attività commerciali. Secondo un’analisi effettuata da Il Sole 24 Ore, in ballo vi sarebbero almeno 5 miliardi di euro.

La sentenza in questione risale allo scorso novembre ed ha completamente stravolto quanto aveva invece deciso la Commissione europea, che in data 9 dicembre 2012 affermò che, essendo estremamente complesso definire retroattivamente le superfici che avrebbero dovuto essere colpite dall’Ici, alla Chiesa sarebbe stato più opportuno non richiedere gli arretrati. Semmai si sarebbe potuto ragionare sul futuro, ma sulle tasse mai versate, a detta della Commissione Ue, giunti a quel punto valeva la pena lasciar perdere.

La questione ce la si trascina dietro da qualche anno. Ad introdurre seriamente questo tipo di dibattito fu il governo Monti, nel 2012, a seguito di una legge che per l’appunto introduceva la tassazione Ici anche sugli immobili appartenenti al circuito ecclesiastico. La legge stabiliva chiaramente che “nel caso in cui l’unità immobiliare abbia un’utilizzazione mista, l’esenzione dell’Imu si applica solo ed esclusivamente sulla frazione di unità nella quale si svolge attività no profit, se identificabile tramite l’individuazione degli immobili o porzioni di immobili adibiti soltanto a tale attività”.

Secondo la Commissione sarebbe stato impossibile riuscire a definire con precisione le superfici destinate ad attività commerciali e quelle effettivamente dedicate al no profit, ma per la Corte di Giustizia europea questo ostacolo non sarebbe affatto sufficiente per giustificare il non pagamento delle tasse da parte della Chiesa. Di qui a breve, quindi, al governo italiano verrà data l’autorizzazione di potersi muovere in tal senso, per cui ora la patata bollente del se e come riscuotere l’Ici arretrata della Chiesa sarà proprio dell’esecutivo.

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