Per l’economia mondiale si prospettano settimane “calde”

Si prospettano settimane calde per l’economia mondiale. Il rallentamento generale è palese, per certi versi preoccupante, a causa di alcuni fattori che hanno creato incertezza: guerra commerciale Cina-USA, PIL italiano e inflazione australiana.

Mentre l’Italia ha finalmente ammesso di prevedere uno scenario di recessione economica, facendo di fatto un passo indietro rispetto alle smentite di alcune settimane fa, anche il resto del mondo non se la sta passando particolarmente bene (per quanto comunque la situazione globale sembri un po’ più “sicura” rispetto a quella specificatamente italiana).

Stati Uniti

Mercoledì ci sarà il tanto atteso incontro tra il vicepremier cinese Liu He e il rappresentante degli Stati Uniti Robert Lighthizer. Sul piatto, due giorni di trattative commerciali. Anche se non sarà un momento decisivo, gli investitori hanno ugualmente sospeso ogni previsione rialzista e ribassista in attesa del 1° marzo, data che, in assenza di accordi, decreterà nuovi dazi statunitensi nei confronti dei prodotti cinesi.

Eurozona

Le precedenti prospettive economiche della zona euro hanno deluso molti e spinto i responsabili delle politiche della BCE a rimuginarci sopra. Il presidente Mario Draghi ha recentemente dichiarato che i rischi si sono “spostati al ribasso”, chiaro riconoscimento della più debole situazione economica.

Nella prossima settimana sono attesi i dati ufficiale sul PIL di Francia, Italia e Spagna per il quarto trimestre, nonché la prima stima sull’intera Eurozona. Particolare attenzione sulla situazione in Italia, la quale rischia concretamente di entrare in recessione.

Asia

Molta attesa sul rilascio dei dati PMI cinesi nel mese di Gennaio, i quali potranno dire se l’economia del paese stia rallentando o meno. Alcuni economisti hanno già intravisto la contrazione.

A metà settimana il Giappone pubblicherà i dati sulla produzione industriale, prevista in calo dagli economisti. Contemporaneamente, la Banca del Giappone pubblicherà il riassunto delle opinioni emerse durante la riunione del 22-23 gennaio.

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