Non solo i problemi commerciali tra Cina e Stati Uniti creano apprensione

C’è un valido motivo per cui Cina e Stati Uniti dovrebbero sotterrare l’ascia di guerra e trovare un accordo: se precipita una, l’altra soffre. La guerra commerciale, come tutte le guerre, potrebbe lasciare vittime e macerie, non solo nei due paesi ma in tutto il mondo.

L’economia globale, bloccata in una scossa di dumping deflazionistico, non ha bisogno di una “distruzione reciprocamente assicurata”. La Cina, in quanto fondamentale partner commerciale dell’Europa, risucchierebbe il vecchio continente in una spirale di declino che causerebbe una recessione ad ampio spettro.

Proprio per questo l’allarme in Europa è stato lanciato già da qualche tempo. Lo stimolo monetario e le prospettive economiche, dopo anni di notevole implementazione, hanno preso una brutta piega. Basta guardare cosa sta accadendo ultimamente in Germania, la più grande economia europea: l’ombra della recessione si sta allargando inesorabilmente.

A rendere più traumatica la situazione è la decisione presa recentemente dalla BCE di cessare il Quantitative Easing. In poche parole, interessi a tasso zero e abbondanti somme di denaro a basso costo per fronteggiare la crisi economica dell’Europa hanno fatto il loro tempo.

Insomma, sono finiti i “giorni felici” per l’Europa. Il futuro è una minore generosità monetaria insieme ad una brusca flessione delle prospettive commerciali globali. La Germania sta subendo maggiormente il declino, e ciò che accadrà in seguito si farà sentire pesantemente in tutta Europa. Negli ultimi mesi, la fiducia delle imprese tedesche è diminuita molto rapidamente; per questo motivo, le stime economiche della BCE non possono che essere inclinate verso il basso.

A dare man forte a questo timore diffuso è quanto sta accadendo in Italia. La manovra finanziaria, voluta fortemente dal governo Lega-Cinque Stelle, è da molti economisti vista come inutile in prospettiva di una crescita economica attualmente stimata per il 2019 allo 0,6%. L’ottimismo dell’esecutivo italiano cozza contro la realtà complessiva: l’Europa economica boccheggia e nessuno sa se tornerà a respirare a pieno regime nel più breve tempo possibile.

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