Reddito di cittadinanza e Quota 100 fuori dalla manovra

Fino a qualche ora fa il governo era pronto ad uno scontro frontale con l’Europa pur di portare a casa la manovra così come era stata scritta all’origine. Tuttavia il downgrade proveniente dalle principali agenzie di rating, lo spread oltre quota 300 e un debito pubblico impazzito stanno costringendo anche l’ala più populista dell’esecutivo a fare qualche marcia indietro: le roboanti promesse che erano state fatte e l’approccio duro e puro che era stato garantito si stanno quindi sciogliendo come neve al sole.

Non a caso fonti interne alla maggioranza affermano che potrebbero esserci considerevoli cambiamenti nella Legge di Bilancio, a partire da un congelamento di Quota 100 e da una ulteriore limatura del reddito di cittadinanza. Per questi due provvedimenti verranno infatti varati dei provvedimenti ad hoc in quanto, a conti fatti, sono quelli più impattanti dal punto di vista delle (scarse) risorse a disposizione.

Il governo avrebbe quindi intenzione di rimuovere queste due misure dalla manovra e di demandarle a delle apposite leggi. Per dare attuazione a Quota 100 e più in generale a degli strumenti che consentano il pensionamento anticipato, il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sta lavorando all’istituzione di un “Fondo per la revisione del sistema pensionistico mediante l’introduzione di forme di pensionamento anticipato e di misure per incentivare il lavoro giovanile”. Il Fondo, se tutto andrà per il verso giusto, riceverà 6,7 miliardi per l’anno 2019 e 7 miliardi annui dal 2020 in poi.

Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, la bozza parla di 1 miliardo di euro stanziati per il 2019 e di un altro miliardo stanziato per il 2020. Questi soldi serviranno per riformare i centri per l’impiego, che è condizione propedeutica al corretto funzionamento del reddito di cittadinanza. Lo stesso reddito, in ogni caso, semmai dovesse essere introdotto, non funzionerebbe comunque sui presupposti sbandierati in campagna elettorale: calcoli alla mano risulta che lo prenderanno in pochi e che l’importo medio sarà più basso dei decantati 780 euro.

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