Aperture domenicali, Di Maio insiste: “Tenere chiusi i negozi”

L’intenzione del governo sugli orari di apertura degli esercizi commerciali sembra piuttosto chiara: reintrodurre una stretta, e quindi fare una marcia indietro rispetto alla liberalizzazione che era stata introdotta sotto il governo Monti. In particolare è l’ala del Movimento 5 Stelle a spingere affinché il lavoro domenicale e festivo possa venire ridiscusso, specialmente per quel che riguarda gli esercizi commerciali.

A dare supporto all’iniziativa dei 5 Stelle sono Confcommercio e sindacati, mentre le associazioni dei consumatori preferiscono che le cose restino come sono. Enrico Postacchini, volto di spicco di Confcommercio, ha dichiarato: “Le liberalizzazioni non hanno portato più fatturato e tanto meno un aumento dell’occupazione”.

“E’ giusto – ha aggiunto la leader della Cisl, Annamaria Furlan – che si rivedano le norme sulla liberalizzazione selvaggia del commercio. Questa è una battaglia che come Cisl ci vede concordi. Non esiste un diritto allo shopping. Va salvaguardata semmai la volontarietà del lavoro domenicale e festivo”.

Di tutt’altro avviso le associazioni dei consumatori: “E’ incredibile che con tutti i problemi che ci sono in Italia, si ritorni a mettere in discussione una norma di libertà che permette al commerciante di aprire il proprio negozio quando vuole. Giù le mani dalla libera apertura dei negozi”. Libera apertura che favorisce occupazione e consumi e quindi anche una tenuta dell’economia.

In Italia sono 3,5 milioni i lavoratori che, tra tutti i settori, lavorano generalmente anche la domenica e i giorni festivi. Per quanto riguarda il commercio, invece, le persone impiegate sono tre milioni, anche se non tutte sono coinvolte dal lavoro festivo. Con il Salva Italia si è introdotta la liberalizzazione delle aperture, riconoscendo ai negozi la possibilità di aprire e chiudere quando più ritengono opportuno.

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