Su Amazon si è appena abbattuta una multa da 300mila euro. La colpa? Aver “esercitato attività postale, ovvero servizio di consegna pacchi, senza la prevista autorizzazione”. Questa la motivazione che l’AgCom ha sollevato per giustificare la multa nei confronti del colosso dell’e-commerce, che negli ultimi tempi è diventato un punto di riferimento non solo per quanto riguarda gli acquisti online, ma anche per quel che riguarda tutta un’altra serie di servizi (consegne dei pacchi inclusi).
La multa arriva contestualmente all’avviso di sospendere le attività non autorizzate, e di richiedere un’apposita autorizzazione per poter continuare a svolgere questo tipo di servizio nei prossimi 60 giorni. Trascorsi questi 60 giorni Amazon non potrà più continuare ad effettuare consegne di pacchi.
“Le società del gruppo Amazon – scrive l’AgCom – hanno messo su un servizio di recapito al cliente finale che è praticamente identico al servizio di recapito offerto dai tradizionali operatori postali, come i corrieri espresso”. Anche il servizio reso da Amazon, in buona sostanza, prevede lo stesso ciclo di lavorazione postale previsto per corrieri, fattorini e postini, vale a dire dallo smaltimento della merce fino al recapito al cliente finale presso l’indirizzo del destinatario o presso i famosi locker.
Amazon Logistics utilizza corrieri locali per il recapito della merce, ma nonostante questo opera esattamente come un tradizionale corriere espresso, con tanto di logo proprio, di organizzazione unitaria e di precise condizioni di svolgimento del servizio. Il tutto, “in diretta competizione con gli altri operatori postali che sono invece autorizzati ad operare in questo segmento di mercato”.
Amazon dal canto suo ha chiarito di aver risposto a tutte le obiezioni sollevate dall’Autorità delle Comunicazioni, e di essere disponibile a fornire eventuali altri chiarimenti se dovesse essere utile per fare chiarezza.