Addio a Sergio Marchionne. Ai nuovi dipendenti diceva: “Tenete in pugno i vostri sogni”

Sergio Marchionne, ex amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobilies, è morto. Il manager si è spento all’Ospedale Universitario di Zurigo dopo una serie di malattie che lo avevano preso di mira, ed in particolar modo dopo un intervento chirurgico alla spalla. Aveva 66 anni.

Poche ore prima di dare il triste annuncio della scomparsa, Dagospia aveva reso pubblica una lettera che Marchionne era solito trasmettere ai nuovi dipendenti. Una lettera molto bella e profonda, che oggi che lui non c’è più, assumono quasi il sapore di un testamento, di una dichiarazione d’amore che provava per il proprio lavoro e che lo spronava ad alzarsi tutti i giorni alle 3.30 del mattino, come lui stesso dichiarò in una intervista.

Riportiamo quindi alcuni stralci di quella lettera. “Caro/a collega, Esiste un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano, ma le fanno accadere. Ci sono persone che non dimenticano i propri sogni nel cassetto, ma che se li tengono stretti in pugno. Questo è un mondo in cui, ogni nuovo giorno e ogni nuova sfida che ci si presentano davanti, ci danno l’opportunità di dar vita ad un futuro migliore”.

Marchionne era consapevole del fatto che lavorare in Fca poteva voler dire andare incontro a dei sacrifici, e proprio per questo, incoraggiando i nuovi assunti, diceva loro: “Forse non sarà un mondo perfetto e di sicuro non è facile. Nessuno se ne sta in disparte e il ritmo può certamente apparire frenetico, perché questa gente è gente appassionata. Chi sceglie di abitare là, in quel mondo, lo fa perché crede che assumersi delle responsabilità dia un significato più profondo al proprio lavoro e alla propria vita”.

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