Cosa si rischia se l’esercente non rilascia lo scontrino

Come noto, ogni esercizio commerciale ha l’obbligo di emettere lo scontrino fiscale ogni qualvolta si verifica una vendita di beni o una prestazione di servizi. Non rilasciare lo scontrino significa commettere un atto illegale, in quanto parliamo di una condotta che rientra nella fattispecie dell’evasione fiscale.

In particolare, l’esercente che per volontà o per dimenticanza non emette lo scontrino, va incontro a una sanzione pecuniaria pari al 100% dell’imposta corrispondente all’importo dello scontrino stesso, e comunque mai inferiore a 500 euro. E se si ravvisano irregolarità con il misuratore fiscale, più semplicemente noto come cassa, le sanzioni diventano ancora più salate: in questo caso la multa va dai 1.000 ai 4.000 euro per omessa installazione del registratore di cassa e dai 250 ai 2.000 euro nel caso in cui non si faccia una manutenzione tempestiva di un registratore guasto.

Per quanto riguarda l’acquirente, invece, come funziona la cosa? Dal lato consumatore non sono previste sanzioni nel caso di mancato ricevimento dello scontrino. A dispetto di quanto si pensi, infatti, le sanzioni riguardano solo ed esclusivamente l’esercente: dal 2003 il cliente è stato esonerato da qualsivoglia multa, anche se il fatto che il cliente abbia con sé lo scontrino è molto importante per poter tutelare i suoi diritti di consumatore.

Ad esempio, il possesso dello scontrino permette di richiedere il cambio di un articolo nei termini previsti dalla legge, o nel caso di spesa detraibile permette di beneficiare di detrazioni fiscali in sede di dichiarazione dei redditi. Infine, pur non rischiando sanzioni, il consumatore ha comunque il dovere civico di richiedere lo scontrino, perché in questo modo contribuisce, pur nel suo piccolo, a combattere la piaga dell’evasione fiscale.

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