Cartelle esattoriali, interessi meno salati se si pagano in ritardo

Le multe non sono certo una bella cosa, tanto meno quando arrivano di sorpresa, facendoci scoprire di aver infranto una regola proprio alla fine della fiera, quando è giunto il momento di pagare il relativo balzello! Tra l’altro le multe diventano ancora più antipatiche se non le si riesce a pagare per tempo, perché il ritardo con cui si salda la somma ha un costo aggiuntivo che non è neppure tanto indifferente. Da questo mese, però, le cose andranno un po’ meglio.

Da maggio 2018, e per un anno, ci sarà una sorta di tregua a questo modo di fare, perché è stata introdotta una variazione per quel che riguarda gli interessi di mora che si maturano su cartelle pagate “fuori tempo massimo”. In particolare, gli interessi di mora finora applicati sono stati del 3,50%, mentre a partire da questo mese tali interessi scenderanno a quota 3,10%: si tratta di una variazione sicuramente piccola, ma che resta pur sempre un alleggerimento dell’onere finale.

Gli interessi, che d’ora in avanti verranno a costare leggermente meno, si continueranno ad aggiungere alle somme iscritte a ruolo, cioè alle somme che il contribuente non ha pagato e per il quale ha appunto ricevuto la cartella da parte del Fisco. In poche parole, a partire da questo mese, pagare le cartelle in ritardo costerà semplicemente un po’ meno rispetto a quanto è costato fino ad oggi.

Tutto merito del provvedimento varato il 10 maggio scorso dal direttore dell’Agenzia delle Entrate su indicazione della Banca d’Italia che, con una nota del 23 marzo 2018, aveva stimato al 3,01% il valore medio dei tassi bancari attivi per quel che riguarda il lasso di tempo 1 gennaio 2017 / 31 dicembre 2017. “Il provvedimento fissa, dunque, a partire dal 15 maggio 2015, al 3,01% in ragione annuale la misura del tasso di interesse da applicare nel caso di ritardato pagamento delle somme iscritte a ruolo”.

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