Sacchetti bio per frutta e verdura: si possono portare anche da casa

Il Consiglio di Stato ha detto di sì: i sacchetti monouso nuovi acquistati dai consumatori al di fuori dei negozi possono essere usati per insacchettare frutta e verdura del supermercato, purché siano “conformi alla normativa sui materiali a contatto con gli alimenti”.

Il parere espresso dal Consiglio di Stato mette la parola fine a una polemica che si è trascinata per settimane e settimane (da cui ne è nato anche un vero e proprio “caso di Governo”), e che ha riguardato per l’appunto i sacchetti di plastica monouso che da gennaio sono diventati obbligatori per l’insacchettamento di frutta e verdura.

“Fermo restando il principio della tutela della sicurezza e dell’igiene degli alimenti, è possibile per i consumatori utilizzare nei soli reparti vendita a libero servizio (ovvero frutta e verdura) dei sacchetto monouso nuovi, acquistati dagli stessi al di fuori degli esercizi commerciali e conformi alla normativa in cui si fa riferimento ai materiali che possono entrare in contatto con gli alimenti”. Per questo motivo “gli operatori del settore alimentare non possono impedire tale facoltà né possono impedire l’uso di contenitori alternativi alle buste in plastica che siano comunque idonei a contenere alimenti quali frutta e verdura”.

In parole povere il Consiglio di Stato ha detto che è assolutamente legittimo che un consumatore porti con sé dei sacchetti monouso biodegradabili e che li usi per insacchettare frutta e verdura, per cui non è affatto obbligatorio che tali sacchetti debbano essere acquistati presso i reparti freschi degli esercizi commerciali.

Ciò significa, per esempio, che d’ora in poi sarà possibile comperare i classici “rotoli” di sacchetti bio – che sono poi quelli che vengono usati anche per differenziare l’umido – e usarli per insacchettare frutta e verdura. Tuttavia continuerà comunque ad essere garantito l’acquisto dei sacchetti al momento, pagandoli, come stabilisce la legge, da 1 a 3 centesimi di euro l’uno.

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