Bitcoin giù (e non è il solo): pesa il ban di Twitter

Il Bitcoin è tornato ad accusare un nuovo colpo a causa del ban di Twitter. La quotazione della criptovaluta più famosa al mondo è tornata sotto la soglia degli 8.000 dollari, ma dando un’occhiata al resto delle criptomonete sembra proprio che la spirale di negatività abbia riguardato praticamente tutto il comparto e-currency. Anche Ethereum, Ripple, Litecoin, Cardano, Stellar e quant’altro hanno infatti subito un violento deprezzamento, e lo hanno fatto tutti quanti per lo stesso identico motivo: il ban di Twitter.

Ma perché mai Twitter ha deciso di chiudere le porte alle criptovalute? Il suo obiettivo era e resta quello di proteggere gli investitori da possibili frodi che, spesso e volentieri, si celano dietro le criptovalute.

E a ben guardare non è che il social dei cinguettii sia l’unico ad essersi mosso in questa direzione, in quanto anche Google e Facebook hanno già avviato procedure di questo tipo. Questi ultimi due colossi del web hanno messo al bando le pubblicità sulle criptovalute ormai da un po’, e lo hanno fatto anche loro per evitare che gli utenti potessero lasciarsi soggiogare dall’affascinante mondo delle criptovalute senza essere ferrati in materia. Perché è chiaro che con le monete digitali ci si possa guadagnare, ma un minimo di conoscenza ed esperienza nel settore è necessaria!

Timothy Tam, co-fondatore della piattaforma CoinFi, ha detto che “la notizia sul ban di Twitter contribuirà al sell-off”. Ma c’è anche chi non è poi così convinto che il ban di Twitter continuerà a riverberarsi più di tanto sulle quotazioni delle criptovalute. Per Spencer Bogart, partner di Blockchain Capital, il prezzo delle monete digitali risentirà tutto sommato poco di questa notizia, anche perché i mercati hanno già assorbito il colpo all’epoca dei ban di Google e Facebook. Tra l’altro la notizia di un possibile ban in arrivo da parte di Twitter era nell’aria già da un po’, per cui non si può neppure parlare di “notizia shock” per gli investitori.

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