Il Fisco tiene d’occhio i professionisti e le piccole imprese. Per il 2017, non a caso, sono previste circa 180mila verifiche fiscali, e dal 2019 in poi l’Agenzia delle Entrate aumenterà gli accertamenti di almeno 10mila verifiche all’anno. Insomma, la scure dei controlli si farà via via più severa per provare a stanare situazioni dubbie o illegittime e fare così incetta di soldi.
In questo modo si vuol provare anche a recuperare terreno dopo un periodo in cui gli accertamenti sono risultati un po’ fiacchi: gli indicatori ci dicono che tra il 2015 e il 2016 c’è stato un calo del 26% degli accertamenti, con una ripresa dei controlli verificatasi soltanto lo scorso anno.
Oltre al classico incrocio dei dati, un altro dei metodi che verrà ampiamente utilizzato d’ora in avanti per ricostruire i redditi non dichiarati consiste nello spulciare le agende degli appuntamenti e nel controllare il consumo di carta e di materiale di cancelleria, ma anche altri prodotti che sono parte integrante di una data professione (come lo sono i guanti per uno studio medico, tanto per fare un esempio).
Anche i viaggi autostradali finiranno sotto la lente di ingrandimento, per cui i Telepass potrebbero diventare un’arma a doppio taglio dal momento in cui finirebbero col rivelare viaggi troppo frequenti rispetto a un giro d’affari dichiarato che magari appare molto più ristretto. Pure le prestazioni gratuite non saranno più concesse, quindi no, non ci sarà davvero più modo di sgarrare.
Quel che resta da capire, a questo punto, è se il Fisco terrà conto del fatto che un eventuale repentino calo dei profitti potrebbe essere figlio di una difficile congiuntura economica, più che di profitti indirizzati al nero. L’insistenza e l’insidiosità con cui verrà portata avanti l’operazione di controllo, dopotutto, lascia presagire che finiranno col nascere casi di assoluta mancanza di buon senso.