Bollette a 28 giorni: raffica di rincari nel comparto telefonia

La fatturazione a 28 giorni è stata definitivamente abrogata grazie a una legge dello Stato. Un po’ di tempo fa ci aveva già provato l’Autorità Garante delle Comunicazioni a mettere la parola fine alla fatturazione a 28 giorni ormai ampiamente utilizzata dagli operatori telefonici, ma ci è voluta una legge vera e propria per far sì che le società interessate rispettassero i termini.

Se l’entrata in vigore della legge poteva esser vista come una vittoria dei consumatori, in realtà le compagnie hanno comunque trovato il modo di aggirarla: infatti, se è vero che le fatture a 28 giorni non possono più essere fatte, per recuperare quei due o tre giorni persi su base mensile le società stanno semplicemente alzando tutte le tariffe.

Tim e Vodafone per esempio hanno deciso di aumentare le bollette dell’8.6%. Tim, nel caso specifico, ha messo online un link che permette ai clienti di fare una simulazione della nuova tariffa che andranno a pagare.

Un caso pratico? Dal 5 marzo per la telefonia mobile e dal 1 aprile per quella fissa, la tariffa passerà da 10 a 10,86 euro mensili. Allo stesso modo la compagnia distribuirà i minuti per le chiamate e i gigabyte per Internet dalle precedenti 13 alle prossime 12 mensilità, pertanto un piano da 10 Giga mensili si tramuterà di fatto in 10.9 Giga.

Sulla stessa scia si sta ovviamente muovendo anche Vodafone, anche se nel suo caso non si è fatto cenno a un corretto ricalcolo dei Giga mensili (la novità in seno a Vodafone, oltre ai rincari, è data dal fatto che le bollette per la rete fissa non saranno più bimestrali ma mensili).

Anche Wind e Tre, così come Fastweb, si adegueranno alla fatturazione mensile, mentre unica eccezione in questo marasma è rappresentata da Tiscali, che fino a prova contraria non ha mai fatto sua la politica della fatturazione a 28 giorni e che quindi non è minimamente toccata dal provvedimento.

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