Le Borse mondiali crollano trascinate dagli indici Usa

Le Borse mondiali stanno letteralmente precipitando, trascinate inevitabilmente dal crollo del mercato azionario statunitense. Venerdì scorso Wall Street ha chiuso la seduta settimanale con un rosso di oltre due punti percentuali, e proprio questa sua performance ha generato timori e ricadute sui listini del mondo intero. Anche le Borse europee, infatti, nella prima sessione di questa nuova settimana hanno conosciuto un trend ribassista.

E se ieri è stata una giornata nera, anche quella odierna si preannuncia tutt’altro che rosea: oggi, 6 febbraio, si preannuncia quello che vale la pena essere definito un martedì nero. Il fatto è che Wall Street sta metabolizzando le preoccupazioni relative al miglioramento dell’economia americana, che se da un lato rappresenta un dato incoraggiante, dall’altro è un dato che apre pur sempre allo scenario inflazionista e di conseguenza ad un aggiustamento più rapido della politica monetaria.

In pratica la ripresa dell’economia statunitense potrebbe indurre la Federal Reserve a bloccare il rubinetto della liquidità prima di quanto si sarebbe pensato. Alla luce di ciò tutti i principali indici americani battono il segno meno.

La scorsa settimana, per esempio, si è chiusa con un Nasdaq a -3.62%, con un S&P 500 a -4.10% e con un Dow Jones che ha perso il 4.60%. Nelle ultime ore anche i listini asiatici sono stati trascinati dal vento ribassista proveniente dagli Stati Uniti, tanto è vero che l’indice Nikkei ha bruciato più di 5 punti percentuali, per poi ripiegare a -4.76%. Negativa anche la chiusura dello Shanghai, a -3.38%, e del Kospi, a -1.54%. Male S&P/ASX 200 che ha chiuso con una perdita del 3.20%, ma il crollo verticale ha riguardato per lo più l’Hang Seng che ha dovuto fare i conti con un rosso del 5.05%.

A questo punto la domanda che ci si pone ormai a livello internazionale è una sola: fin dove si spingerà il ritracciamento dei principali indici della Terra?

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