I conti pubblici allo stato attuale “sono non in ordine ma molto in ordine” e la crescita finalmente è tornata ed è stabile. Tuttavia, “bisogna partire dalla consapevolezza che questi risultati ci sono costati parecchi sacrifici, soprattutto a famiglie e imprese, e questo deve impegnarci a non dilapidarli, a non disperderli. Ci deve impegnare a non essere irresponsabili”. Queste le parole pronunciate dal premier Paolo Gentiloni all’inaugurazione dell’anno accademico della Luiss.
Per il governo, questo non è il tempo per scardinare ciò che sono divenuti i pilastri del nostro sistema, vale a dire pensioni e fisco. “Questo non è il tempo delle cicale, ma quello della competenza, della serietà e dell’investimento”, ha aggiunto. Il rischio è che promettendo rivoluzioni sul fronte pensioni e sul fronte fiscale, si rischia davvero di aprire scenari davvero poco sicuri, capaci persino di compromettere quella crescita conquistata a fatica dopo anni di lunga crisi.
E poi c’è il debito pubblico. Il prossimo governo dovrà fare molta attenzione su questo punto, pensando “a una fase di riduzione graduale, sostenibile ma al tempo stesso significativa del debito”. A detta del premier se ne parla poco, ma il tema del debito deve entrare a far parte degli obiettivi più importanti dell’Italia.
“A chi, dall’estero, mi chiede dell’instabilità politica – ha poi detto Gentiloni – io rispondo che ho fiducia perché l’Italia da ormai 70 anni fa parte dei più grandi paesi europei e tra questi è il più coerente e stabile”. Bisogna però tornare a guardare con attenzione a quell’Italia che è rimasta indietro: “Se non ci occupiamo anche di questa parte faremo molta fatica ad andare avanti, a crescere”.